Città del Vaticano , 23 marzo 2019 - Papa Francesco ha accettato le dimissioni dell'arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Ricardo Ezzati Andrello. La rinuncia al governo pastorale risale al maggio 2018 a seguito di uno scandalo per presunti occultamenti di casi di abusi sessuali su minori.
Il Pontefice ha nominato monsignor Celestino Aos Braco, finora vescovo di Copiapò, amministratore apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis". Una decisione presa da Bergoglio dopo la decisione della Corte di appello di Santiago di respingere la richiesta di archiviazione delle indagini. Il 77enne cardinale di origine italiana avrebbe occultato abusi su minori da parte di tre preti della sua diocesi: l'ex cancelliere Oscar Munoz, che si autodenunciò nel gennaio 2018 per abusi su minorenni, tra cui alcuni parenti; il marista Jorge Laplagne, che nel caso coinvolse anche il cardinale Francisco Errazuriz (predecessore di Ezzati), e padre Tito Rivera.
Ezzati fu nominato vescovo da Giovanni Paolo II nel 1996, e nel 2010 è stato nominato arcivescovo di Santiago del Cile da Benedetto XVI, infine nel 2014 Bergoglio lo ha creato cardinale. E' il settimo vescovo sotto processo in Cile, dove sono indagate 219 persone legate alla Chiesa.
I giudici hanno deciso all'unanimità che il cardinale deve essere processato. Il caso in Cile ha avuto molto clamore e la stampa cilena attacca altri sacerdoti che avrebbero dovuto indagare e agire con determinazione. Lo scorso gennaio la Commissione per i diritti umani del Senato cileno aveva approvato la revoca della nazionalità cilena concessa per grazia all'arcivescovo Ezzati.