Roma, 15 marzo 2025 – Bluffa, prende tempo, pone condizioni. Secondo l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, diplomatico di lungo corso, Vladimir Putin è inaffidabile e l’obiettivo finale è ricondurre l’Ucraina sotto la sua sfera di influenza, complice anche l’atteggiamento di disimpegno portato avanti dagli Stati Uniti di Donald Trump.
Ambasciatore, Putin non chiude alla tregua. Possiamo essere ottimisti?
“Io personalmente non lo sono, perché non riesco a immaginare quali vantaggi o convenienze abbia Putin oggi rispetto all’idea di accettare un cessate il fuoco o una tregua. Infatti, non mi sorprende che abbia vincolato l’accettazione della tregua alle sue condizioni”.

Quali possono essere le condizioni che Putin non ha esplicitato?
“Penso che il presidente russo voglia vedere questa tregua collegata a impegni sull’assetto futuro dell’Ucraina. In termini pratici, il riconoscimento dell’annessione alla Russia delle province di Zaporizhzhia, Donetsk, Lugansk e Kherson. Peraltro, queste ultime due regioni non sono neppure occupate completamente dalle truppe russe. Una seconda richiesta è non solo la futura neutralità, ma probabilmente la demilitarizzazione dell’Ucraina e la cessazione degli aiuti militari da parte degli Stati Uniti e di tutti gli altri Paesi occidentali. Questo è, diciamo, il minimo sindacale. C’è poi un obiettivo strategico, che è quello di provocare un regime change a Kiev, per insediare un governo che consenta in qualche modo alla Russia di recuperare l’Ucraina nella sua sfera di influenza”.
La sconfitta di Kiev su tutta la linea, praticamente. Davvero secondo lei il presidente americano è pronto a concedere all’omologo russo il pacchetto completo?
“Lo stesso Trump e vari suoi collaboratori hanno tassativamente escluso la possibilità di una futura adesione dell’Ucraina alla Nato. Questo, sostanzialmente, equivarrebbe alla garanzia di neutralità del Paese. Hanno anche accennato ad amputazioni di territori ‘inevitabili’. Non abbiamo però la benché minima idea di che cosa Trump e i suoi pensino sul tema della sicurezza dell’Ucraina in futuro, perché, se non ci saranno garanzie sull’impegno Usa, nulla vieta a Putin fra qualche anno di riprovarci”.
E qui entra in gioco l’Unione Europea. Molti credono sia una illusione l’idea che Putin deponga l’ascia di guerra. Davanti a un disimpegno americano, che alternative ha l’Europa?
“Il tema centrale, a mio avviso, è quello delle garanzie di sicurezza. La mia preoccupazione è che se queste non ci dovessero essere e se non c’è un impegno americano in questo senso, le garanzie unicamente da parte degli europei potrebbero non essere sufficienti a garantire che Putin non ci riprovi nel medio termine”.
Kiev provincia di Mosca, quindi?
“Putin è sempre stato molto chiaro, lo ha esplicitato in migliaia di occasioni. Il suo obiettivo è evitare che l’Ucraina finisca nell’orbita dell’Occidente e che, al contrario, torni sotto l’influenza russa. Non potrà conquistare tutto il territorio militarmente, ma almeno insediando un governo a Kiev che glielo consenta”.