Mosca, 27 agosto 2018 - Forse un altro pezzo del puzzle va al suo posto. L'incidente nucleare avvenuto l'8 agosto nel poligono di Nenoska vicino a Severodvinsk, oblast di Arkangelsk, Russia europea artica, dove è esploso un missile da crociera Burevestnik durante un test, ha riguardato non una fonte radioattiva isotopica ma un reattore nucleare miniaturizzato. Lo si intuisce da un comunicato di Roshydromet, l'ente meteo russo che si occupa anche di misurazioni della radioattività, che ha emesso un comunicato nel quale ammette che in atmosfera è sta rilevata la presenza di radionuclidi tipici di un reattore nucleare e non di una fonte isotopica come quella installata su alcuni satelliti. "La presenza di prodotti di decadimento come il bario e lo stronzio deriva da una reazione nucleare a catena. Si tratta di una prova che quello che è esploso era un reattore nucleare" ha dichiarato il fisico Nils Bohmer, responsabile R&D di Norvegian Nuclear Decommissioning, un'agenzia governativa norvegese che si occupa della gestione e lo smaltimento di rifiuti nucleari.
"Dall'8 al 23 agosto 2019, dopo un breve e netto cambiamento nella situazione delle radiazioni nella città di Severodvinsk - scrive l'ente meteo russo - le sezioni locali di Roshydromet hanno lavorato al monitoraggio della situazione delle radiazioni nel territorio della regione di Arkhangelsk e hanno condotto misurazioni dell'attività e analisi gamma-spettrometriche di campioni di aerosol radioattivi nell'aria e nella deposizione. La composizione in radionuclidi dei campioni prelevati a Severodvinsk ha mostrato la presenza di radionuclidi a vita breve 91Sr (T1/2=9.3 h), 139Ba (T1/2=83 min), 140Ba (T1/2=12.8 giorni) e del suo radionuclide sussidiario 140La (T1/2=40 h), che sono il prodotto del decadimento dei gas radioattivi inerti (IRG). Come indicato in precedenza, l'8 agosto 2019 i gas radioattivi hanno causato un breve aumento della radioattività a Severodvinsk".
Rosatom, nei giorni successivi all'incidente avvenuto su una chiatta al largo del sito di prova di Nenoksa, ha sostenuto che il test fallito riguardava una "fonte isotopica di un'unità di propulsione a combustibile liquido". Una fonte isotopica che sarebbe stata installata sul missile da crociera Burevestnik del quale, pur sapendo che utilizzerebbe un sistema a combustibile liquido (per il decollo e la prima fase del volo) e uno nucleare (per la propulsione "da crociera"), non si sa però (è un segreto militare) che tipo di propulsione nucleare abbia. Le ipotesi sono due: reattore o RTG. Il riferimento di Rosatom alla "fonte isotopica" ha fatto ipotizzare che l'unità di propulsione nucleare a bordo del missile avrebbe potuto essere un generatore termoelettrico a radioisotopo (RTG). sistemi simili sono stati installati su alcuni fari delle regioni artiche e su satelliti. Gli RTG utilizzano come radioisotopo di solito il plutonio 238, lo stronzio 90 (usato negli impianti di terra Rtg russi) il polonio 210 e l'americio 231. Nessuno di questi isotopi - a prendere per buona la nota di Roshydromet - sarebbe stato trovato in atmosfera, mentre i radionuclidi rovati sono tipici di un reattore classico. Manca però un altro radionuclide che in caso di incidente a un reattore classico dovrebbe esserci, lo iodio 131. E questo è ancora un problema irrisolto. Nei giorni scorsi le autorità norvegesi ne misurarono piccole quantità, così piccole da potersi confondere con un limitato rilascio da un impianto industriale. Venivano invece dall'esplosione di Nenoska? Forse, allo stato non ci sono elementi per dirlo.
Il fatto che non sia esploso un vettore con propulsione isotopica potrebbe essere una buona notizia, vista l'elevatissima radiotossicità del plutonio 238 e visto che un minireattore da installare su un missile dovrebbe per forza di cose contenere piccole quantità di combustibile e quindi potrebbe creare solo una contaminazione locale o al massimo regionale. Visto dove è successo l'incidente e la necessità di salvaguardare un segreto militare, Roshydromet potrebbe però anche mentire per distrarre gli analisti militari sul sistema di propulsione nucleare del Burevestnik. Classica "dezinformatzija" (disinformazione). Non a caso, un'espressione russa. Stando alla nota ufficiale, che nessuno ha elementi per smentire, questo però è allo stato solo un malizioso sospetto.