Roma, 28 febbraio 2025 – Armiamoci e (forse) partiamo. La guerra in Ucraina ha cambiato lo scenario mondiale e l'imperativo categorico per l'Europa è aumentare la spesa degli armamenti con l'occhio vigile verso la Russia mentre gli Stati Uniti sono orientati a staccare la spina diminuendo progressivamente il loro impegno nel teatro europeo. I 27 paesi della Ue dopo anni di tentennamenti sono ormai avviati verso l'allestimento di una difesa comune, compito non facile ma nemmeno impossibile e comunque da mettere in cantiere seriamente. Ognuno di essi, ma alcuni più di altri, sta modernizzando gli arsenali. Ovviamente la Polonia e gli Stati baltici sono fortemente favorevoli alla presenza di più forze Nato nei loro territori e la stessa Polonia sta lavorando in modo aggressivo per rendere proprio esercito il più forte d’Europa. Forze armate molto solide e attrezzate sono anche quelle di Francia, Regno Unito, Germania e Italia.
La Polonia davanti a tutti
Varsavia sta aumentando progressivamente la propria forza militare, acquisendo i più recenti sistemi d’arma e sviluppando un’importante industria degli armamenti. Mentre l'Italia a costo di enormi sforzi anche politici si sta attrezzando per salire dell'1,4% del Pil al 2% di spesa dedicata alla Difesa, la Polonia spende il 4% e sta acquisendo una grande quantità di sistemi d'arma di ultima generazione. Sul campo schiera già 1000 carri armati, compresi i vecchi T 72 sovietici. Sta acquisendo progressivamente i caccia Stealth F-35, i sistemi missilistici Patriot e i carri armati Abrams con un budget di 2 miliardi di dollari. Il piano complessivo di investimenti è stato concepito per spendere 131 miliardi di dollari in nuove attrezzature tra il 2021 e il 2035. I primi caccia F-35 sono già operativi mentre è in arrivo un sistema di difesa aerea mobile avanzato per gestire minacce fino a 40 km e oltre, utilizzando il missile CAMM-ER sviluppato in collaborazione con il Regno Unito e l’Italia.

Il governo di Varsavia si è anche dotato di 96 elicotteri AH-64E Apache, di 250 carri armati principali Abrams (MBT) insieme al pacchetto di supporto completo e alle munizioni. Le consegne sono iniziate nel giugno 2024. Varsavia sta acquisendo anche venti lanciatori M142 High Mobility Artillery Rocket System (HIMARS) e un gran numero di kit Launcher Loader Module associati e 45 missili pod M57 Army Tactical Missile Systems (ATACMS) e testate alternative (GMLRS-ER AW). Nella dotazione di questi anni seguono 300 sistemi missilistici a lancio multiplo Mlrs acquistati dalla Corea del Sud e un consistente numero di obici semoventi. Anche la dotazione degli uomini è una delle più alte d'Europa: 198.251 militari di cui 73.453 soldati nelle Forze terrestri, 17.589 nell’Aeronautica, 6.426 nella Marina e 3.390 nelle Forze speciali (SOF).
Ecco qualche indicazione su parte delle dotazioni d’arma di alcuni Paesi europei.
Francia
La Francia quest'anno supererà il target Nato del 2% di spesa per la Difesa dopo che già dal 2022 ha dato un grande impulso alla dotazione di armamenti e degli uomini il cui numero in servizio oggi è di 205mila effettivi. In questi anni è stato messo in campo il raddoppio da 2,5 a 5 miliardi dei fondi per l’intelligence e l'investimento di 4 miliardi di euro per il cyber e le attività ad esso collegate. In corso di rinnovamento entro il 2030 ci sono 160 carri armati Leclerc (in totale ne sono disponibili 208), 200 veicoli corazzati Jaguar, 1300 mezzi corazzati Griffon. Parigi è ben fornita anche di aeromobili, 578, di cui 195 aerei caccia. Ha anche una flotta molto attrezzata con 90 navi da combattimento.
Germania
La Germania, che è già verso la soglia del 2% del pil per la Difesa, dispone di 184 mila uomini in divisa più 60 mila riservisti, 328 carri armati principali, tra cui il Leopard 2A6 e il Puma, e fra gli altri sistemi d’arma una flotta da combattimento con 11 fregate, fra antiaeree e antisommergibili, 380 aerei.
Italia
L’Italia, che è al 1,4% del Pil per la Difesa, comprende 170 mila uomini tra esercito, marina e aeronautica. Possiede circa 200 carri armati Ariete e Leopard 1 ma stanno arrivando in sostituzione poco alla volta 128 potentissimi nuovi Leopard 2 A8 di ultima generazione armati con un cannone a canna liscia da 120 millimetri, una mitragliatrice da 7,62 millimetri, lanciagranate automatici. Questi mezzi sono poi equipaggiati con protezioni passive efficaci contro trappole esplosive, mine e colpi di lanciarazzi. L’aeronautica è armata con gli F 16 e gli Eurofighter F35, la Marina con 8 sottomarini, 2 portaerei, 3 navi d’assalto anfibie, 4 cacciatorpediniere, 10 fregate, 13 pattugliatori d’altura e altri mezzi minori.
Regno Unito
Il Regno unito ha 184mila 800 soldati tra cui i reparti Gurkha, 52 aerei da combattimento, 230 carri armati, missili di precisione tra cui il DragonFire, un’arma laser che può colpire una moneta da una sterlina da un chilometro.La marina britannica, Royal Navy, dispone di venticinque navi da combattimento di superficie e di undici sottomarini, più altre unità per il contrasto alle mine, per il controllo delle coste, unità da sbarco e anfibie, e unità logistiche e di supporto. Insieme alla Francia e all’Italia è una delle flotte da guerra più potenti ed efficienti.
Arsenali sguarniti
”La Polonia indubbiamente si sta rinforzando più di ogni altro Paese europeo – spiega Andrea Gaiani, analista e direttore del sito web Analisi difesa – e segue questa strada già da alcuni anni prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’esercito però meglio strutturato è forse quello francese. L’Europa oggi complessivamente sulla difesa è debole perché per aiutare l’Ucraina ha sguarnito gli arsenali e per riempirli attraverso l’industria bellica servono tempi lunghi. Se L’Europa dovesse entrare in guerra oggi avrebbe munizioni sufficienti per un periodo piuttosto breve. E’ scarsa in generale anche la dotazione di missili. E c’è pure un problema economico aggiuntivo. Tra scarsità di materie prime a causa dei conflitti, costi dell’energia e altro oggi produrre armamenti costa in certi casi l’80% in più rispetto a tre anni fa. Il riarmo quindi ha difficoltà di portafoglio”.
I Paesi europei in ogni caso nel 2024 per la Difesa hanno speso complessivamente 332 miliardi, il 30% in più rispetto al 2021. Anche questo dato risente ovviamente del conflitto ucraino e degli aiuti spediti a Kiev. Intanto è probabile che la Ue debba organizzarsi per schierare 30mila uomini in Ucraina come forza di pace a guerra finita.