Venerdì 22 Novembre 2024
FABRIZIO LUCIDI
Esteri

“Eroismo, dolore e speranza. Le tre parole simbolo del Venezuela”. Parla Antonio Ledezma, ex sindaco di Caracas

69 anni, avvocato. Censurato, sequestrato, incarcerato dal regime Maduro ed esule dal 17 novembre 2017, oggi si batte per la libertà. Lo abbiamo incontrato a Milano

Antonio Ledezma, 69 anni, avvocato, ex sindaco di Caracas. Censurato, sequestrato, incarcerato dal regime Maduro ed esule dal 17 novembre 2017, oggi si batte per la libertà

Antonio Ledezma, 69 anni, avvocato, ex sindaco di Caracas. Censurato, sequestrato, incarcerato dal regime Maduro ed esule dal 17 novembre 2017, oggi si batte per la libertà

Un popolo eroico.

“Abbiamo vinto le elezioni il 28 luglio, uniti, opponendo i nostri voti alla violenza, nonostante i brogli e le minacce della cricca di Maduro”.

Il dolore.

“Il nostro Paese potrebbe essere ricchissimo, con 80 miliardi di barili di riserve di petrolio, gas, risorse idriche...invece offriamo stipendi e pensioni miserabili e un bambino venezuelano su tre è denutrito”.

E la speranza. “Trionferemo, questo regime criminale cadrà, lo sento”.

Antonio Ledezma, 69 anni, avvocato, ex sindaco di Caracas - censurato, sequestrato, incarcerato dal regime Maduro - esule dal 17 novembre 2017, oggi si batte per la libertà. E sfoggia sulla giacca la spilla con la sagoma e i colori del suo amato Paese. Gli occhi velati dal filo di tristezza dell’esule. "È la speranza, la fede nella mia gente che mi tiene in vita, l’esilio è stato come se mi strappassero il cuore, l’anima”, confida. Ha ritirato il premio Bruno Leoni 2024 in vece di María Corina Machado, leader dell’opposizione, “per l’incredibile coraggio, la straordinaria lucidità e l’inesauribile passione messi al servizio della causa della libertà”. Ledezma promette: “Questo premio lo metteremo sull’Altare della Patria, quando sarà libera”. - Le autocrazie allargano la loro sfera d’influenza.

Ma cosa può insegnarci il caso Venezuela, Paese che da una democrazia imperfetta è scivolato, prima con Chavez poi con Maduro, verso una dittatura?

"La democrazia è un patrimonio dell’umanità, una luce che non è di sinistra, di destra, non è ideologica. La battaglia contro la dittatura è una lotta tra il bene e il male. E Maduro per noi è il peggio della pratica politica: non ha scrupoli né principi, difende capricci e poteri che devono essere respinti da chiunque, nel mondo, abbia a cuore gli ideali della democrazia. Se Maduro impone la sua ennesima frode, l’intero mondo libero avrà un danno irreparabile, verrà calpestato un diritto umano universale: il diritto al voto.

E se Maduro si insedierà da presidente, ignorando le proteste per i brogli?

"Allora sempre più dittatori populisti e autocrati nel mondo potranno dire: ‘Se lo ha fatto lui, posso farlo anch’io’. Non a caso il regime Maduro ha rapporti con la Russia che usa il Venezuela come pedina per dar fastidio agli Usa; con l’Iran, e sono provati i rapporti del regime come Hezbollah; con la Cina che tenta di allargare la sua Via della Seta. In America Latina fino a qualche anno fa c’era una sola dittatura, a Cuba. Oggi ci sono più regimi autocratici. E gli Stati liberi cosa fanno di fronte al fatto che oltre la metà della popolazione mondiale vive sotto regimi illiberali?"  

Cosa fare?

"Molta gente si chiede cosa succederà il 10 gennaio (data prevista per l’insediamento del nuovo presidente, ndr). Io dico che la data da ricordare è il 28 luglio: abbiamo battuto Maduro con quasi 8 milioni di voti. Maduro pensava di imporsi con la frode, perché controlla l’apparato elettorale, manipola i registri, ha impedito alla Machado di candidarsi e a più di 5 milioni di venezuelani di votare. Sperava che la Machado invitasse tutti all’astensione. Invece abbiamo unito l’opposizione sotto un candidato e fatto la storia. Maria Corina e Gonzalo Urrutia sono leader legittimati, abbiamo lottato in modo non violento come il mondo libero - Stati Uniti, sia democratici che repubblicani, e Europa in testa - ci chiedeva. Ora è il tempo delle scelte. Cosa faranno per difendere la legittimità della nostra vittoria?”.