Martedì 16 Luglio 2024

Chi è Eric Ciotti, l’accordo con Le Pen in Francia e l’ammirazione per Meloni. Così ha stravolto i Repubblicani

Il presidente del partito erede del gollismo, esponente dell’ala dura, ha voluto l’alleanza con l’ultradestra di Rassemblement National ma è stato ripudiato dai suoi

Parigi, 12 giugno 2024 – In Francia è l’uomo del momento. Eric Ciotti, ormai ex presidente dei Les Républicains, è sulle pagine dei principali quotidiani internazionali. Il suo volto è diventato noto oltre i confini francesi dopo la svolta impressa alla politica del partito all’indomani delle elezioni europee dello scorso weekend. 

Eric Ciotti espulso dai Republicains (Ansa)
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In vista del voto anticipato del 30 giugno, deciso dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron dopo il  boom dell’ultradestra, Ciotti ha annunciato l’accordo proprio con Rassemblement National di Marine Le Pen e del capolista Jordan Bardella. Una scelta “coraggiosa” secondo Le Pen, ma evidentemente non concordata all’interno del partito repubblicano, erede del gollismo, di lunga tradizione antifascista. “Abbiamo bisogno di un’alleanza con RN”, ha dichiarato Ciotti, suscitando le proteste dei suoi parlamentari. A cominciare da Gérard Larcher, da sempre opposto a qualsiasi patto con l'estrema destra. L’indignazione dei suoi è stata tale che oggi l’ufficio politico dei Républicains lo ha espulso dal partito. Il capogruppo dei deputati LR Olivier Marleix ha fatto sapere che alle prossime elezioni nel collegio di Ciotti ci sarà un candidato alternativo di LR. Secondo Marleix, Ciotti avrebbe con sé solo la parlamentare Christelle D’Intorni.

Ma lui non molla: “Io sono e resto il presidente della nostra formazione politica, eletto dagli iscritti”, ha dichiarato, arrivando a minacciare “conseguenze penali” contro quella che, a suo avviso, è stata una riunione sediziosa per decidere il suo defenestrazione. 

Eletto nelle Alpes-Maritimes, nel sud-est del Paese, Ciotti è considerato uno dei falchi di LR, esponente dell’ala dura. Tra i più strenui sostenitori, tra l'altro, di una politica di fermezza e di respingimento dei migranti al confine con l'Italia. Per lui, il declino del gollismo è dovuto all’"esitazione” e al “pudore” su temi come “l'immigrazione e la sicurezza”. Viste le premesse, non stupisce che abbia un'ammirazione speciale per Giorgia Meloni, che però con Le Pen non vuole apparentamenti. Il settimanale Le Point raccontò di un suo tentativo di avvicinarla ad ogni costo nel giugno dello scorso anno, durante la visita della premier italiana all'Eliseo.

Cinquantanove anni, nato e cresciuto a Nizza, ha origini italiane (trevigiane) dal lato paterno. Una volta diplomato nella prestigiosa Sciences Po di Parigi, inizia la carriera politica come consigliere municipale a Saint-Martin-Vésubie. Nel 1990 diventa assistente parlamentare di Christian Estrosi, futuro sindaco di Nizza, poi passa nel gabinetto del presidente della Regione, Jean-Claude Gaudin, prima di tornare con Estrosi.

Viene eletto per la prima volta deputato nel 2007, con la destra Ump, e si fa promotore di una legge per cancellare gli assegni familiari in caso di assenza prolungata dei giovani a scuola. Poi cavalca il tema sicurezza, sponsorizzando una proposta di legge contro la diffusione di foto e immagini di poliziotti e militari. Nel 2021 si candida alle primarie dei Repubblicains in vista delle presidenziali e viene battuto per pochissimi voti da Valérie Pécresse, l'anno dopo conquista il vertice. Neppure un'inchiesta sulla moglie, accusata di un cumulo record di 3 incarichi pubblici, ne ha frenato l'ascesa. Da sempre convinto che cavalcare le battaglie del partito di Marine Le Pen paghi, non ha mai cambiato strada.