Sabato 11 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

Daily Telegraph ricorda ed elogia l'eroismo dell'incursore della Marina italiana Emilio Bianchi

Il fair play britannico riconosce l'atto di eroismo, anche se ai danni delle Royal Navy: celebrato Emilio Bianchi, morto il 15 agosto, membro dei 6 incursori erioci che nel 1941 violarono il porto di Alessandria e affondarono due corrazzate britanniche.

Emilio Bianchi (combo)

Londra, 22 agosto 2015  - Lezione di fair play della stampa britannica. Il quotidiano conservatore Daily Telegraph ha pubblicato oggi tra gli 'obituaries' (pezzi elogiativi che ricordano i personaggio passati a miglior vita) quello che fu uno dei nemici di maggior successo dell'allora Impero britannico. Si tratta di Emilio Bianchi, morto il 15 agosto, uno dei 6 eroici incursori della Regia Marina (la X Mas), guidati da Luigi Durande de la Penne, che a bordo di 3 'maiali' (sorta di 'siluri' a cavallo dei quali, immersi a pelo dell'acqua, i marinai italiani penetravano nelle difese nemiche durante la II Guerra Mondiale) la notte del 18 dicembre 1941 violarono le difese del porto egiziano di Alessandria riuscendo ad affondare ben due corazzate della Royal Navy (Hms Queen Elizabeth e Hms Valiant) e danneggiarono un cacciatorpediniere ed una petroliera. 

Il Telegraph parte ricordando come lo stesso allora premier Winston Churchill ebbe parole di elogio, descrivendo l'azione come una dimostrazione di "straordinario coraggio e ingegno". Azione che valse "a Bianchi l'equivalente della Victoria Cross (la più alta decorazione al valore britannica)", la medaglia d'oro al Valor Militare. Il quotidiano sottolinea, con un certa indulgenza, che mentre "le forme armate italiane non diedero sempre grande prova di se, ci fu un tipo di operazioni in cui furono d'esempio per tutto il mondo: le incursioni sottomarine". 

Il Telegraph ricorda poi in particolare l'eroismo di Bianchi e de la Penne che vennero entrambi catturati e confinati in cabine separate ed entrambe sotto il pelo dell'acqua dal comandante della Valiant per convincerli a confessare dove avessero piazzato le cariche. Un'ora e mezza prima dell'esplosione de la Penne consigliò al comandante di evacuare la nave perché l'esplosione era prossima. Cosa che fece ma, vigliaccamente, lasciando i due italiani confinati nelle loro cabine. Quando le cariche esplosero i due riuscirono comunque a salvarsi. Il Telegraph chiude ricordando come l'incursione ad Alessandria convinse la Royal Navuy a sviluppare una simile tecnica di attacco con cui tentarono - fallendo - di affondare la corazzata tedesca Tirpitz, gemella della Bismark, in un fiordo norvegese.