Martedì 12 Novembre 2024

L’ombra di Russia, Cina e Iran sulle elezioni Usa, Microsoft: “Ecco come proveranno a influenzare il voto”

Deepfake, audio falsi e strategie per incoraggiare la circolazione di notizie fasulle. Il rapporto dell’azienda tecnologica: “Le operazioni sono già iniziate da due mesi”

Roma, 19 aprile 2024 – L’ombra di Russia, Cina e Iran sulle elezioni americane in programma a novembre. Il rapporto del Microsoft Threat Intelligence, la divisione dell'azienda tecnologica che si occupa di sicurezza, è chiaro: i tre Paesi proveranno a influenzare l’esito della sfida tra il presidente uscente Joe Biden e il candidato repubblicano Donald Trump: le operazioni, anche se a rilento rispetto alle passate tornate elettorali, sono già iniziate da circa due mesi.

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Oltre ai deepfake – i video finti fatti con l'Intelligenza artificiale – preoccupa l'incremento degli audio falsi. “Le operazioni di influenza russa – spiegano i ricercatori – hanno avuto uno slancio negli ultimi due mesi con almeno 70 attori russi coinvolti nella disinformazione focalizzata sull'Ucraina, utilizzano i media tradizionali e i social”.

Ad esempio, l'attore che Microsoft identifica come Storm-1516 ha "riciclato con successo le narrazioni anti-ucraine nel pubblico statunitense utilizzando uno schema in più lingue”. Secondo il rapporto, la Cina invece utilizza un approccio a più livelli: sfrutta le divisioni socio-politiche esistenti e allinea i suoi attacchi con interessi di parte per incoraggiare la circolazione di notizie false.

Il rapporto fa un accenno anche all'Iran, alla luce del conflitto in corso in Medio Oriente, che potrebbe portare “a una evoluzione degli obiettivi di Teheran verso gli Stati Uniti”. “Il comportamento passato – è l’analisi dei ricercatori – suggerisce che probabilmente lancerà operazioni a ridosso del giorno delle elezioni Usa. La strategia di interferenza elettorale dell'Iran adotta un approccio distinto: combinare operazioni informatiche e di influenza per ottenere un impatto maggiore”.

Infine, secondo il rapporto, più che i video finti avranno un peso nelle campagne di disinformazione gli audio falsi, in particolare quelli che “sembrano provenire da un ambiente privato, come una telefonata”.