Domenica 22 Dicembre 2024
GIAMPAOLO PIOLI
Esteri

Elezioni Usa, i figli di Trump sono divisi. Ivanka al padre: "Lascia"

Ma Eric e Donald junior non vogliono che riconosca la vittoria di Biden. Terminati i conteggi: Joe arriva a quota 306 grandi elettori, ne bastavano 270

Il conteggio è finito, ma Trump ancora non cede. Ci sono i riconteggi che però non sposteranno nulla. Anche la famiglia del presidente si spacca con i figli maschi Eric e Donald jr che vogliono continuare la lotta e la figlia Ivanka col marito Jared Kushner che tentano invece di convincere Trump a "concedere con grazia" ammettendo la sconfitta. Anche l’Italia si è congratulata con il neo presidente. Biden intanto è andato nella casa al mare e a 10 giorni dalle urne è stato riconfermato ieri "presidente eletto" con 306 voti elettorali contro i 232 di Donald Trump. A Biden sono andate anche la Georgia e l’Arizona, a Trump il North Carolina. Si è esattamente invertita la situazione di 4 anni fa quando fu lui a sconfiggere la Clinton pur ottenendo quasi 3 milioni di voti in meno. Oggi invece è Biden a dominare il conto dei grandi elettori.

Dopo la chiamata diretta e cordiale di Papa Francesco a Biden sono arrivate ieri anche le congratulazioni ufficiali della Cina. Tra i grandi della terra manca solo Putin. Chi invece non ha fatto mancare il suo saluto è stato il premier italiano Conte. C’è stata una conversazione telefonica molto cordiale e non solo formale. Anzi: è stata riaffermata la forte volontà di collaborare di fronte alle grandi sfide globali, in merito alle quali Italia e Stati Uniti condividono le medesime priorità. Con un Biden entusiasta che ha scandito: "Attendo con ansia di lavorare con l’Italia durante la presidenza G20".

Trump intanto si sente sempre più isolato, muto e solo. Continua a rimanere barricato dentro la Casa Bianca. Il presidente non sta dando direttive sul Covid che dilaga e ha contagiato anche 130 agenti del secret service mentre si prospetta un nuovo lockdown da New York alla California. Trump in questi lunghi giorni è riuscito solo a twittare "mi stanno rubando la vittoria". La situazione è paradossale. Il presidente sconfitto dalle urne ha sempre negato l’evidenza e la realtà anche quando ha visto aumentare sempre più il margine di vantaggio di Biden e i giudici hanno negato la presenza di frodi. "Sono state tra le più corrette elezioni della storia Usa. Non c’è stata alcuna frode", scrivono i funzionari e gli esperti cibernetici dell’Homeland Security ma Trump vuol licenziare anche loro, così come ha fatto col ministro della difesa Mark Esper e come potrebbe fare col direttore della Cia Gina Haspel e dell’Fbi Christopher Wray.

La Casa Bianca è in uno stato di paralisi. L’America in questo momento non ha due presidenti, ma nemmeno uno. Questa situazione di tensione e di caos spaventa molti. Oggi a Washington sono in programma manifestazioni contrapposte, una pro-Trump e l’altra contro. La polizia è in allarme. Per il presidente potrebbe essere l’occasione per annunciare la sua ricandidatura nel 2024 ammettendo implicitamente di aver perso. Altri pensano che solo il 6 dicembre, quando i voti in tutti gli stati saranno stati ’certificati’, Trump manderà segnali sul suo futuro. Potrebbe essere politico o di ritorno al business mediatico, questa volta con l’avvio di una tv digitale di destra per fare concorrenza alla Fox che secondo lui lo avrebbe tradito proprio nel momento cruciale. Il presidente continua a negare a Biden l’accesso ai breefing dell’intelligence e della difesa ma si cominciano a registrare serie spaccature nel del partito repubblicano. Almeno 12 senatori si sono dissociati da lui insistendo affinché Biden possa avviare fino in fondo una transizione inevitabile verso il 20 gennaio. Anche il suo grande finanziatore di Las Vegas il magnate ebreo dei casino Sheldon Adelson gli ha voltato le spalle. Ha fatto scrivere sul suo giornale ultraconservatore che "il presidente Trump cerca di ritardare l’inevitabile ma fa un disservizio ai suoi rabbiosi supporter". Tutti però cominciano a puntare il dito con preoccupazione anche sul leader repubblicano del senato Mitch McConnell che continua a lasciarlo fare. Vuole restare vicino a Trump fino all’importante ballottaggio per i due seggi al senato in Georgia il 5 gennaio che stabiliranno a chi andrà la camera alta del Congresso.