Martedì 12 Novembre 2024
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Elezioni in Turchia, la promessa di Erdogan: "Se perdo, lascio il potere". Ma arresta i sondaggisti

Fermato l’analista che prevede la sconfitta al primo turno del Sultano. Seggi blindati e rischio brogli. I timori di un nuovo golpe nel Paese

Il presidente turco Erdogan

Il presidente turco Erdogan

Istanbul, 14 maggio 2023 –  Se perdo, lascio il posto. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, a 24 ore da un voto cruciale per il suo destino e quello del Paese sembra aver scelto il fair play. In uno dei suoi ultimi comizi, ha detto: "Sono arrivato al potere in modo democratico. Se la mia nazione decide in modo diverso, farò quello che la democrazia richiede e considererò legittimo qualsiasi risultato esca dalle urne".

Una dichiarazione di tutto rispetto, non fossero i continui richiami alla notte del golpe, quella in cui lo stesso Erdogan aveva incitato la gente a "scendere in piazza per la democrazia" e dove si rischiarono conflitti seri con la parte più laica del Paese. Il timore di molti, è che quelle scene possano ripetersi, stavolta su tutto il territorio nazionale. C’è poi da considerare il fatto che il presidente non si arrende e che si tratterà di un’elezione giocata sull’ultimo voto utile, dove entrambe le parti sono convinte di vincere. Non per nulla ieri, il capo di Stato, questa sera, è certo di festeggiare. Non sono ammessi dubbi in proposito. Forse, anche per questo, ieri Kemal Ozkiraz, sondaggista che aveva previsto la sconfitta di Erdogan al primo turno, è stato messo in custodia cautelare dalla polizia. Il sondaggio pubblicato dalla sua compagnia Avrasya mostra l’attuale capo di Stato turco fermo al 44,2% e prevede una vittoria al primo turno del leader delle opposizioni Kemal Kilicdaroglu con il 51,3% dei consensi

L’ultimo giorno della sua campagna elettorale, Erdogan l’ha dedicato a Kasimpasha, il quartiere sulle rive del Corno d’Oro dove è nato. Nelle vie strette colorate di centinaia di bandiere turche e dell’Akp, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, fondato da Erdogan nel 2000, si sono radunate quasi 50mila persone nonostante il presidente, domenica scorsa avesse già parlato davanti a una folla oceanica di oltre 1,5 milioni di persone. Il Reis, ossia il capo, come lo chiamano nel suo partito, si è mostrato ottimista e crede che non solo vincerà, ma lo farà anche al primo turno, nonostante lo sfidante Kilicdaroglu sia ampiamente favorito.

Chiudere la partita questa notte è l’unica cosa che accumuna le due coalizioni che si contendono il controllo del Paese, oltre, naturalmente, al partito curdo che è il vero outsider di questa tornata elettorale e che se davvero, come dicono i sondaggi interni, diventerà la terza formazione in parlamento, sarà anche un interlocutore fondamentale per le riforme costituzionali. La parola, dunque, agli elettori, che andranno a votare in seggi letteralmente presidiati da rappresentanti di lista, oltre agli osservatori internazionali.

Kilicdaroglu ha voluto tranquillizzare tutti: andrà tutto per il meglio e non ci saranno polemiche, perché il suo partito, il Chp, si prepara a questo voto da oltre un anno. Però, intanto, sui social, si diffondono appelli per andare a casa e non uscire dopo il responso delle urne. Se sia eccesso di prudenza o pura paranoia lo si capirà dopo i risultati di stasera.