Stoccolma, 12 settembre 2022 - Come leader dei Democratici Svedesi di estrema destra (SD), Jimmie Akesson ha trasformato il suo partito da "paria" a peso massimo, il cui sostegno è ora indispensabile se il blocco di destra vorrà governare dopo le elezioni di domenica. L'SD, contrario all'immigrazione, è diventato il secondo partito della Svezia nel voto legislativo, raccogliendo il 20,7% con il 94% dei distretti elettorali scrutinati. Ecco il ritratto del politico che, in 17 anni come leader del partito, ha trasformato un movimento di estrema destra dallo slogan "Keep Sweden Swedish", in un partito nazionalista con un fiore come logo.
Attivista, web designer e musicista
Akesson è cresciuto in una famiglia della classe media con un padre imprenditore e una madre che lavorava come assistente infermieristica a Sölvesborg, una città di 9.000 abitanti nel sud della Svezia. E' lì, nelle piccole città e nelle fattorie della Scania rurale, che SD ha costruito la sua roccaforte, tra le preoccupazioni per la vicina città di Malmö, fortemente popolata da immigrati. Akesson si è unito ai Democratici Svedesi negli anni '90, dopo una deludente esperienza adolescenziale nel principale partito di destra, i Moderati conservatori. Prima di occuparsi di politica full-time, il giovane Akesson ha fondato l'azienda BMJ Aktiv con Björn Söder - futuro segretario di SD - dove ha anche lavorato come web designer. Inoltre, tra i 'mille talenti' di Akesson c'è anche la musica, in quanto fa il tastierista nella band rock 'Bedarande Barn'.
Dall'estrema destra alla tolleranza zero contro il razzismo
Akesson ha studiato Scienze politiche all'Università di Lund, dove oltre a Söder ha conosciuto anche altri due futuri leader politici (Richard Jomshof e Mattias Karlsson) con cui poi avrebbero formato la 'Gang of Four'. I quattro giovani politici hanno costruito la base elettorale del partito attorno al messaggio che il welfare state svedese era stato distrutto dall'immigrazione musulmana.
Akesson ha poi assunto la guida del partito SD nel 2005, quando il sostegno degli elettori era stabilmente intorno all'1%. In un articolo del 2009, ha affermato che l'immigrazione musulmana era la minaccia straniera più grande dalla seconda guerra mondiale. Durante l'ultimo decennio, la Svezia - con 10,3 milioni di abitanti - ha accolto mezzo milione di richiedenti asilo. Questo periodo ha visto l'ascesa rapida dei Democratici Svedesi, che sono passati dal 5,7% dei voti nel 2010 ad essere la terza forza in Parlamento con il 17,5% nel 2018.
Successivamente il partito ha subito un profondo rinnovamento, sostituendo il logo della torcia blu e gialla con un anemone e giurando di liberarsi delle sue radici razziste e violente. Nonostante il cambio di immagine, il partito continuava ad essere accusato di accogliere razzisti violenti e neonazisti. Nel 2012, infatti, Akesson ha annunciato la politica di "tolleranza zero contro il razzismo e l'estremismo" all'interno del partito. Di conseguenza, nel 2015 ha espulso dal partito l'intera sezione giovanile per i suoi legami con gli estremisti. Tuttavia, secondo i critici si tratta solo di una 'epurazione' superficiale, essendosi sbarazzato solo dei membri di basso livello, mentre gli alti funzionari del partito sono sfuggiti alla censura.
Chi potrebbe essere il nuovo premier
Ad ogni modo, anche se dovesse vincere la coalizione di destra, il primo ministro non sarebbe Akesson. Il ruolo verrebbe assunto da Ulf Kristersson, leader dei Moderati, che per ora chiede pazienza ai suoi sostenitori per l'esito definitivo. "Sono pronto a fare del mio meglio per istituire un nuovo governo stabile e orientato all'azione per tutta la Svezia e per tutti i suoi cittadini", ha affermato Kristersson. La prospettiva che l'estrema destra possa per la prima volta ottenere un'influenza diretta sulla politica del governo segna un radicale cambiamento in un Paese noto per le sue tradizioni liberali. Ora non resta che attendere i risultati definitivi.