Bratislava, 1 ottobre 2023 – La Slovacchia ha scelto il tre volte premier Robert Fico, con simpatie per Putin e dichiaratamente contrario all’invio di armi all’Ucraina. Fico ha vinto le elezioni con il suo partito Smer-Ds ottenendo il 23% dei voti. Adesso sarà lui a formare il governo e a diventare primo ministro per la quarta volta. Anche se Simecka, il leader di Slovacchia progressista arrivato secondo, ha dichiarato che l'obiettivo adesso è impedire al partito vincitore di formare la coalizione governativa, pur rispettando che il primo tentativo spetta a loro. Intanto sono arrivate le congratulazioni di Orban, che ha definito Fico “patriota”.
Fico verso il quarto governo
Gli elettori si sono di nuovo fidati dell’ex premier. Lo stesso uomo politico contro cui nel 2018 decine di migliaia di persone hanno manifestato dopo l’omicidio del giornalista d’inchiesta Jan Kuciak e della sua fidanzata e che, durante i suoi tre governi, ha costruito nel Paese un intreccio con gli oligarchi, caratterizzato da legami clientelari e dal trasferimento di potere e denaro statale a persone amiche.
"Contro i migranti anche la forza”
Nella conferenza stampa dopo la vittoria, il leader vincitore ha previsto che ci sarà bisogno di “due settimane” per condurre i negoziati sulla formazione del governo. Poi, fedele ai toni usati in campagna elettorale, ha annunciato: “Useremo anche la forza per proteggere il nostro Paese
dai migranti ”. Parlando in una conferenza stampa a Bratislava trasmessa dalla tv slovacca Ta3, Fico ha premesso che adotterà “subito misure per la ripresa dei controlli alla frontiera con l’Ungheria”.La metamorfosi di Robert Fico
Cinque anni fa Fico sembrava aver perso tutto, questa mattina festeggia il suo quarto mandato. La presidente Zuzana Caputova ha anticipato che a formare il governo sarà autorizzato il vincitore delle elezioni. Per Fico si apre la possibilità di una triplice coalizione con il partito Hlas-Sd di Peter Pellegrini e il Partito Nazionale Slovacco (Sns). Avrebbe una comoda maggioranza di 79 deputati (su 150 membri del Consiglio nazionale), ma non una maggioranza costituzionale, con la quale poter cambiare la Slovacchia in modo simile a come Viktor Orban ha fatto con l’Ungheria, modificando il sistema elettorale e giudiziario.
L’ex premier, che ha guidato il gabinetto per tre volte dimostrandosi un politico pro-Europa che ha voluto portare la Slovacchia nel cuore dell’Ue, ha introdotto l’euro e ha visitato la Casa Bianca. Ma oggi è un politico diverso: dopo tre anni e mezzo di opposizione, la sua retorica è molto più radicale. Nel corso di una tempestosa campagna elettorale ha attaccato l’Ue, criticato Bruxelles per le sanzioni anti-russe, spaventato i migranti, rifiutato di inviare “anche solo un proiettile” in Ucraina che sta combattendo l’invasione russa. Non solo: critica la Nato, attacca la minoranza Lgbtq, nonché la presidente Zuzana Caputova definendola “agente di Soros”, così come il premier del governo ad interim di Ludovit Odor. Adesso bisognerà vedere quali degli intenti e delle dichiarazioni preelettorali saranno davvero messi sul tavolo.