Mercoledì 17 Luglio 2024

Elezioni Russia 2024, quando si vota e perché la vittoria di Putin è scontata. Chi sono gli altri candidati

Consultazione lunga tre giorni, con possibilità di voto elettronico. Il rischio brogli e l’incognita proteste. Cosa aspettarsi

Mosca, 12 marzo 2024 – L’esito è scontato ma le elezioni presidenziali in Russia (15-17 marzo 2024) meritano comunque l’attenzione internazionale, per il momento storico in cui cadono, nel mezzo della sanguinosa guerra contro l’Ucraina, e all’apice della campagna di repressione interna, dopo la morte del principale oppositore di Putin in carcere, Alexei Navalny. Nel poco spazio di dissidenza rimasto, potrebbero risiedere gli imprevisti del voto. Si attende dunque di capire in quanti parteciperanno all’iniziativa ‘Mezzogiorno contro Putin’, abbracciata anche da Navalny, e rilanciata dalla vedova Yulia Navalnaya. Una protesta pacifica che ha l’obiettivo di rendere visibile l’opposizione allo zar.

Ma prima qualche informazione di contesto. Cosa c’è da sapere sulle elezioni in Russia? 

Quando si vota 

Le urne saranno aperte dal 15 al 17 marzo: per la prima volta le presidenziali sono spalmate su tre giorni ed è anche la prima volta che in numerose regione (compresa l’annessa Crimea) potrà essere usato il voto elettronico. Entrambe le cose hanno sollevato i timori degli osservatori indipendenti, per il rischio di brogli e manipolazioni 

Chi può votare 

Tutti i cittadini di età maggiore di 18 anni. Secondo la Commissione elettorale gli aventi diritto sono 112,3 milioni: fra questi anche i cittadini delle regioni ucraine occupate: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson: 1,9 milioni sono gli elettori all’estero. Anche in Italia saranno allestiti seggi. Circa 1,42 milioni di elettori in 39 regioni hanno votato in anticipo (a partire dal 25 febbraio), nelle aree remote o difficili da raggiungere e sulle navi che saranno in servizio nei giorni della consultazione. 

I candidati fantoccio

Putin è in corsa per la rielezione, che gli permetterebbe di restare al Cremlino fino al 2030. Quattro anni fa ha emendato la Costituzione russa, di fatto consentendo allo zar, già al comando da 24 anni, di restare al potere fino al 2036. Oltre a Putin, che punta a una maggioranza bulgara, ci sono tre candidati registrati: il conservatore nazionalista Leonid Slutsky, il candidato del Partito comunista Nikolai Kharitonov e Vladislav Davankov, un giovane uomo d'affari, deputato della Duma e fondatore del partito Nuovo Popolo. Non hanno nessuna possibilità di sfondare, secondo gli analisti la loro funzione è quella di dare un’apparenza di pluralismo al voto. Tutti e tre sono per esempio favorevoli alla guerra in Ucraina. Sono stati invece ‘squalificati’ dalla corsa elettorale gli unici candidati contrari alla campagna militare, Boris Nadezhdin ed Ekaterina Duntsova, che avevano raccolto decine di migliaia di firme. 

Perché il vincitore è scontato 

Ci sono pochi dubbi sulla vittoria di Vladimir Putin, vista appunto l’esclusione dalla corsa di una vera alternativa al regime attuale. Inutile sottolineare che il voto avviene in un contesto di censura e repressione delle opposizioni, con l’informazione libera di fatto assente. Gli analisti fanno notare che la consultazione consisterà di fatto in un referendum su Putin e sulla guerra, con l’aggravante che chi è contrario ad entrambi non ha strumenti per contare davvero. Per di più l'amministrazione presidenziale russa, come riportato da diversi media indipendenti, ha a disposizione diversi strumenti per 'manipolare' i risultati. Ci sono testimonianze di brogli avvenute in passato. Senza contare le pressioni e i ricatti esercitati su milioni di dipendenti del settore pubblico, tra scuole, ministeri, ospedali e aziende di Stato. 

Mezzogiorno contro Putin 

C’è attesa da parte degli osservatori internazionali riguardo all’iniziativa ribattezzata Mezzogiorno contro Putin, ideata dall’oppositore Maksim Reznik e abbracciata anche da Alexei Navalny prima della sua morte. La vedova del dissidente, Yulia Navalnya, ha invitato pubblicamente i russi a protestare pacificamente e simbolicamente, presentandosi alle urne alle 12 del 17 marzo. Reznik non suggerisce di votare per nessuno in particolare, ma di votare contro Putin. Navalnya indica invece di annullare la scheda scrivendo il nome del marito. L’obiettivo è creare lunghe file silenziose ai seggi per dare l’impressione plastica del dissenso.