Berlino, 24 stetembre 2017 - La cancelliera Angela Merkel e il rivale socialdemocratico Martin Schulz ieri hanno parlato per l’ultima volta davanti ai sostenitori prima delle elezioni di oggi. Li ha accomunati l’appello a fermare l’avanzata dell’Afd (Alternativa per la Germania), una formazione populista di estrema destra che, secondo i sondaggi, dovrebbe riuscire a entrare in Parlamento in forza. Merkel, che dopo 12 anni al potere anche in questo voto è vista da tutti i pronostici vincente, ha anche lanciato un appello ad andare alle urne per «portare a casa la bistecca», ha detto, usando un modo di dire popolare. Schulz, dal canto suo, ha detto agli elettori di respingere la «politica del sonnifero» della cancelliera, notoriamente cauta. Il leader socialdemocratico ha chiesto di votare contro «altri quattro anni di stagnazione e letargia» e ha concluso il comizio dicendo che «qualunque cosa accadrà, è stata una grande campagna».
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Oggi, a meno di sorprese sempre meno possibili, a 72 anni dalla fine del III Reich, un partito dell’estrema destra entrerà al Bundestag (previsioni tra l’8 e l’11%). Ma gli elettori dell’Afd sono tutti neonazi? L’analisi è complessa, e i risultati spesso contraddittori. Molti omosessuali, soprattutto quanti vivono nella capitale, si sentono più difesi dall’Alternative für Deutschland che dalla Cdu/Csu: il 7% voterà a destra piuttosto che per i cristianodemocratici della Cancelliera. Eppure, l’Afd è contraria al matrimonio omosessuale. Il 33 preferisce votare per i verdi, e il 24 per la Linke all’estrema sinistra. Solo il 17 per cento per i socialdemocratici dello sfidante Martin Schulz.
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Berlino sarebbe la capitale omosessuale d’Europa, con circa il dieci per cento dei 3,5 milioni di abitanti che sono gay. Difficile fare questi calcoli, ma l’omosessualità nella metropoli non è un problema, semplicemente non esiste un problema. Già da prima della caduta del ‘muro’ qui si rifugiavano gli italiani omosex, come in una sorta di asilo sessuale. Ma ora la sicurezza si sta rivelando una trappola, a causa del numero crescente di profughi arabi. Meglio non farsi riconoscere in alcune stazioni della metropolitana specialmente nei quartieri della ex Berlino Est, o nelle strade intorno alla Kottbustor, uno dei centri della movida estiva.
I giovani arabi estremisti aggrediscono in gruppo le vittime, e i testimoni hanno paura di intervenire. Vittime anche le donne eterosessuali: solo in Baviera, nei primi sei mesi gli stupri sono aumentati di quasi il 59 per cento rispetto al primo semestre del 2016, da 463 a 685, il trenta per cento è commesso da stranieri (di cui l’11 per cento profughi, giunti negli ultimi tempi).
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A Berlino, città multiculturale, il 13 per cento è straniero o ha radici straniere, si teme di precipitare in una situazione come a Parigi o a Bruxelles, o Stoccolma, con quartieri incontrollabili. Ad esempio, nella zona intorno alla stazione di Gesunbrunnen, da dove partono i treni per le località sul Baltico, la polizia non entra volentieri in alcune strade: le auto vengono circondate dagli abitanti stranieri, in maggioranza profughi dal Maghreb, che impediscono agli agenti di entrare in azione. Per malinteso spirito di tolleranza, protestano le associazioni omosessuali, i partiti della Große Koalition, e i verdi, preferiscono che non si intervenga contro i profughi. Inoltre, secondo il codice di autocomportamento della stampa, non si dovrebbe indagare l’etnia della vittima e dell’autore di reati. Ma a volte, è proprio l’origine dell’aggressore a fare notizia.
L’Afd ha annunciato nel programma «mano dura» contro i profughi che non rispettano le leggi tedesche. «Noi tuteliamo i diritti e la sicurezza degli omosessuali», promette la leader Alice Weidel, 38 anni. Bionda, elegante, di professione consulente aziendale, Frau Doktor Alice, laureata in economia, ha fatto coming out senza timore di perdere voti a destra: vive da anni con una giovane donna dello Sri Lanka, smentendo con un colpo solo due giudizi sul suo partito. E insieme con la compagna, una produttrice cinematografica, ha avuto due figli. Non è in contrasto con l’ideologia del suo partito? Le hanno chiesto. «Nein, la famiglia è dove ci sono persone che si amano, e i figli», ha risposto.
A suscitare critiche è piuttosto il fatto che preferisca abitare con l’amica in Svizzera, dove paga le tasse. Non tutti d’accordo, ovviamente. Mirko Welsch, leader di un gruppo omosessuale, è uscito dall’Afd: «Voglio sposare il mio partner, ma il partito è contrario. Adesso è possibile stringere un’unione, che non equivale a un vero matrimonio. Anche il nostro movimento non è unito: ci sono omosessuali conservatori che difendono la famiglia tradizionale, e votano Afd solo perché si sentono insicuri.» Anche la Merkel in campagna elettorale si è dichiarata a favore delle nozze omosessuali. Forse troppo tardi.