"Una vittoria di Marine Le Pen alle presidenziali avrebbe un effetto domino in Europa, e non solo. Indebolirebbe l’Europa, incoraggerebbe una deriva populista e sovranista in vari paesi dell’Unione e renderebbe più probabile la rielezione di Donald Trump in America nel 2024. Siamo a una svolta che potrebbe rivelarsi epocale", dice il geo-politologo ed economista francese Dominique Moisi. "Per la prima volta da decenni – aggiunge – lo scenario di un’Europa in pezzi appare possibile".
L’ultimo sondaggio per il voto di domenica prossima vede Marine Le Pen in crescita: in pochi giorni è salita dal 18 al 22 per cento. Macron invece perde consensi, anche se rimane al primo posto con il 26%. Quattro punti di vantaggio non sono sufficienti? "È il secondo turno a determinare il vincitore. E in questo caso lo scarto è solo di 3 punti, troppo pochi per rassicurare Macron. Ammettiamolo: questa volta Marine Le Pen potrebbe farcela, come ha detto perfino l’ex primo ministro Édouard Philippe". Quali sarebbero le conseguenze per la Francia e per l’Europa? "Ce l’ha spiegato la stessa Marine Le Pen in un intervento televisivo. Come prima cosa non farà più sventolare la bandiera europea all’Eliseo: solo quella francese. Ha detto: “Io non sono una missionaria europea“. E questa è una rivoluzione per un paese che è tra i fondatori dell’Europa. Non si tratta solo di un simbolo, ma di una scelta che ci porta indietro di decenni e apre scenari molto inquietanti". Di che genere? "Marine Le Pen è amica di Putin, di Orban, della Serbia, di Salvini, dei leader sovranisti e nazionalisti europei. Con lei al potere la Francia potrebbe diventare il cardine su cui costruire alleanze politiche, diplomatiche e militari opposte a quelle di oggi. Parlo di uscita dalla Nato, di uscita dall’Europa, di abbandono della zona euro. Rischiamo un salto nel passato più nero proprio nel momento in cui si riaffacciano all’orizzonte gli spettri della guerra, dei massacri, dell’intolleranza, del fascismo". Le Pen ha affermato di non volere il Frexit, l’uscita della Francia dall’euro. "Tutti gli analisti affermano che l’applicazione del programma economico di Madame Le Pen obbligherebbe di fatto la Francia a lasciare la zona euro". La ‘diga repubblicana’ che nel 2017 ha impedito alla Le Pen l’accesso all’Eliseo, questa volta non funzionerà? "La diga è debole, piena di crepe, inutile nasconderlo. Il nostro Paese è cambiato, si respira un clima sempre più rabbioso nei confronti di Macron, lo scontro ha preso il posto del dibattito, la violenza è perennemente in agguato. Pensi ai gilet gialli ieri e alla Corsica in fiamme oggi. È un terreno fertile per l’estrema destra". Marine Le Pen è cambiata, è diventata più sorridente, ci parla dei suoi gattini, ha spento ogni accento aggressivo, fa di tutto per apparire credibile, presentabile, “presidenziabile“… "Certo, si è ripulita con un bel lifting. Ha dovuto farlo per smarcarsi da Zemmour che la insidiava a destra impadronendosi delle tematiche del vecchio Front National. Ma penso che si tratti solo di una vernice superficiale, di facciata". Che effetto avranno sul voto le sanzioni che incominciano a farsi sentire anche in Francia? "Fanno il gioco della Le Pen. Più avanti, quando la sofferenza per la popolazione diventerà più forte, avremo il rischio di forti ondate populiste. La guerra ha già fatto aumentare il prezzo della benzina, del pane, dell’olio, della pasta. La gente si renderà conto, in Francia come negli altri paesi d’Europa, che la difesa della democrazia ha un costo, e non è detto che voglia pagarlo. Anche questo complicherà le cose per la sopravvivenza dell’Europa". Ci dica sinceramente: crede davvero a Marine Le Pen presidente della Repubblica? "Se mi avesse fatto questa domanda nel 2017 avrei risposto con un “no“. Oggi non me la sento di azzardare lo stesso pronostico. Non è lo scenario più probabile, se crediamo ai sondaggi, ma è assolutamente possibile. Poi ci saranno le legislative, in giugno, e tutto tornerà in discussione. Perché chiunque abbia vinto, Macron o la Le Pen, non otterrà la maggioranza in Parlamento. Ci aspettano in ogni campo tempi difficili".