Sabato 23 Novembre 2024
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Esteri

Cosa succede ora in Francia dopo le elezioni. La strategia del ‘barrage’ contro l’estrema destra

In Place de la République la manifestazione lanciata dai leader della sinistra, che raccoglie l’appello di Macron: appoggiare il secondo arrivato, chiunque sia

Parigi, 1 luglio 2024 – “L’estrema destra non è ancora al potere, possiamo fermarla. Abbiamo una settimana, mobilitatevi”. La reazione alla vittoria di Jordan Bardella va in scena poche ore dopo l’esito del voto in Place de la République, la piazza amata dalla sinistra francese, la piazza dove da giorni si ripetono sit in e manifestazioni contro il Rassemblement National. E ieri notte la piazza è tornata ad essere il palcoscenico del Nuovo Fronte popolare, il cartello dei partiti di sinistra che unisce i socialisti di Place publique e Hollande, i comunisti, gli ecologisti e La France Soumise di Jean Luc Mélenchon.

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Dimostranti in Place de la Republique dopo i risultati delle elezioni
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Tutti i leader sul palco, un grande schermo, e soprattutto migliaia di persone, soprattutto giovani. Decine e decine aggrappati, seduti, appollaiati in cima al grande monumento alla Marianna, il simbolo della Repubblica francese e della Rivoluzione del 1789. Sul palco Mélenchon, Olivier Faure (partito socialista), Manuel Bombard (France Insoumise), la verde ecologista Marine Tondelier, Olivier Besancenot (Lega comunista rivoluzionaria) e altri esponenti del Fronte popolare. Gabriel Gluckmann, leader di Place publique, ha usato toni da fine del mondo: “Abbiamo sette giorni per salvare la Francia dal disastro”. “RN è la cancrena”, lo slogan. E anche, in italiano, “Siamo tutti antifascisti”. Per finire con 'No pasaran' scandito per minuti e 'Bella ciao' cantata da migliaia di voci.

Il blocco anti destra

La prima manifestazione lanciata dai leader della sinistra per chiedere un blocco anti destra di fatto raccoglie l’appello di Emmanuel Macron che ieri sera ha implorato i partiti dell’opposizione ad attuare la desistenza contro i candidati di RN. In pratica l’appello è appoggiare il secondo arrivato, chiunque sia, di sinistra o centro, nelle circoscrizioni dove domenica prossima si terrà il secondo turno (quelle dove nessuno ieri ha ottenuto la maggioranza assoluta: Marianne Le Pen ad esempio è stata eletta al primo turno con oltre il 50% dei consensi).

La strategia del “barrage”, dello sbarramento contro la destra estrema (già attuato in precedenti elezioni, lo invocò anni fa anche Chirac, un gollista al 100%, per impedire la vittoria del Front National) è ben descritto da Gabriel Glucksmann: tutti i candidati arrivati in terza posizione, domenica prossima si dovrebbero ritirare e far convergere i voti sul secondo. Ben sapendo che il primo votato ieri, praticamente ovunque, è stato il candidato di estrema destra.

"Ciò che facciamo, ciò che diciamo per i giorni e per le ore che vengono, determinerà il nostro posto nella storia del nostro Paese”, è stato l’appello drammatico lanciato da Place publique. E anche Faure ha già confermato la posizione del partito socialista: “Non ci saranno nostri candidati al secondo turno se c'è il rischio di fare eleggere un candidato del RN".

Le triangolazioni

Il meccanismo elettorale francese sembra fatto apposta per le triangolazioni. In pratica domenica 7 luglio si sfideranno nelle circoscrizioni al secondo turno i candidati che hanno superato la soglia del 12,5% al primo turno di ieri. Vince il primo e quello sarà eletto nell’Assemblea nazionale. L’esito finale è il numero di parlamentari eletti per ogni partito, la maggioranza si forma così.

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Bardella ha chiesto una maggioranza assoluta assieme agli ex Republicains di Ciotti. E Bardella sfiora già sulla carta la maggioranza assoluta. La partecipazione al voto di ieri è stata storica: il 66,7% degli elettori ha votato, non succedeva dalla fine degli anni Settanta. In questo modo però saranno almeno trecento gli scontri triangolari la prossima domenica, scontri cioè tra i primi tre votati di ieri. E in alcuni casi saranno anche quadrangolari, ovvero circoscrizioni dove hanno superato il 12,5% quattro candidati. Questo secondo i calcoli fatti dal ministero degli Interni francese.

Ieri di fatto sono stati eletti solo 76 deputati al primo turno su 577 dell’Assemblea nazionale (la maggioranza assoluta è 289 seggi): 39 sono di RN, 32 del Nuovo fronte popolare (fra loro il socialista Faure) e solo due della coalizione che ha sostenuto Macron.

Le proiezioni degli eletti

Come si diceva, RN è ad un passo dalla maggioranza assoluta, almeno secondo le proiezioni che tengono conto delle percentuali di ieri.

L’Istitut d’études opinion e marketing francese (Ifob) stima che l’estrema destra potrebbe eleggere tra i 240 e 270 deputati per l'estrema destra, ma un altro istituto di di studi e sondaggi politici, Elabe, calcola che Bardella potrebbe avere dopo il secondo

turno tra i 260 e i 310 seggi, quindi la maggioranza assoluta (con l’appoggio di

Ciotti). La previsione per il Nuovo Fronte popolare oscilla tra i 180 e 200 seggi secondo Ifob e tra 115 e 145 seggi per Elabe. La coalizione di Macron potrebbe accontentarsi tra i 60 e i 90 eletti (prima Macron contava su una maggioranza relativa di 250).

I numeri e le proiezioni fanno capire perché sia Macron sia la sinistra spingano per un blocco anti RN con la desistenza. Ma non è una strada semplice e sicura. Stamani Edouard Philippe, alleato di Macron, ha annunciato che non darà indicazioni di voto ai suoi elettori. Bisogna anche attendere la posizione dei Repubblicains. I giochi sono appena iniziati.