Parigi, 28 marzo 2022 - Domenica 10 aprile la Francia voterà per eleggere il successore del presidente Emmanuel Macron. Nella corsa all'Eliseo, oltre al leader de "La République En March" che cerca la riconferma, al primo turno ci sono altri 11 candidati (Il secondo turno, il ballottaggio, sarà il 24 aprile). I più accreditati, a meno di due settimane dal voto, sono: lo stesso Macron con il 28 per cento nelle intenzioni di voto, seguito dalla leader di destra Marine Le Pen, che con il suo "Rassemblement National" è in netta salita al 17,5%. Il terzo nome è di sinistra, quello di Jean-Luc Mélenchon di "France Insoumise", al 14 per cento, davanti al quarto, il discusso Eric Zemmour di "Reconquete!", partito di estrema destra (con l'11,5%). Seguono la candidata de "Les Républicains", Valérie Pécresse, al 10%. Sempre a sinistra c'è l'ecologista Yannick Jadot, al 7% davanti, poi il comunista Fabien Roussel de "Parti communiste français PCF". Quindi Anne Hidalgo, che da sindaco di Parigi spera di diventare presidente (2%), come fece come Jacques Chirac. Il mondo agricolo francese guarda a Jean Lassalle di "Résistons", in crescita al 2,5%. Infine poche speranze per il sovranista Nicolas Dupont-Aignan di "Debout la France" al 2%, per Philippe Poutou di "Nuovo Partito Anticapitalista" (1,5%) e per Nathalie Arthaud "Lutte ouvrière" a 0,5%.
I candidati e i loro programmi:
- Emmanuel Macron
- Marine Le Pen
- Jean-Luc Mélenchon
- Eric Zemmour
- Valerie Pecresse
- Anne Hidalgo
- Nathalie Arthaud
- Philippe Poutou
- Fabien Roussel
- Yannick Jadot
- Jean Lassalle
- Nicolas Dupont Aignan
Emmanuel Macron
Lo scorso 3 marzo Emmanuel Macron ha annunciato la sua ricandidatura per l'Eliseo. Nel 2017, quando vinse le elezioni la prima volta, divenne l'inquilino dell'Eliseo più giovane della storia. Ma mai si sarebbe aspettato un mandato così difficile, in cui si è trovato a fare i conti con la crisi dei gilet gialli, con la pandemia da Coronavirus e ora con la guerra in Ucraina. I francesi sembrano volerlo riconfermare: è favorito al primo turno e al secondo, ma difficilmente al secondo toccherà il 66% con cui battè la Le Pen nella precedente tornata elettorale. Il suo programma elettorale si basa sulla transizione energetica, sul raggiungimento dell'indipendenza agricola e il rafforzamento della macchina militare. le promesse vanno dal rinnovamento termico di 700.000 appartamenti all'anno alla costruzione di cinquanta parchi eolici in mare entro il 2050. Quindi la costruzione di 14 nuovi reattori nucleari.Macron vuole anche alleggerire il fisco per i cittadini: dalle tasse di successione alla soppressione del canone televisivo e la riduzione delle imposte per le coppie che vivono insieme. In tema di lavoro vuole l'allungamento dell'età pensionabile a 65 anni e la trasformazione dell'agenzia per il lavoro in uno sportello unico dedicato.
Marine Le Pen
La destra a l'estrema destra francese guarda con fiducia a Marine Le Pen, lei che è già arrivata al ballottaggio una volta. E anche questa volta nei sondaggi è in seconda posizione. In molti credono che, passato il primo turno, questa volta la figlia di Jean Marie Le Pen, fondatore del "Front National", partito da lei 'rinfrescato' (tanto da espellere il padre) in "Rassemblement National" nel 2011, possa farcela. Marine ha nel mirino l'immigrazione, secondo lei le domande d'asilo dovrebbero passare solo per le ambasciate e i consolati francesi all'estero. Gli i migranti senza documenti e gli stranieri condannati vanno espulsi. Stop anche allo ius soli e all'acquisizione automatica deilla nazionalità francese attraverso il matrimonio. La Le Pen vuole anche regolare la comunità islamica vietando per legge l'uso del velo nei luoghi pubblici. Altra priorità è la sicurezza interna, con una stretta a riduzioni di pena. Via libera poi alla presunzione di legittima difesa per le forze dell'ordine. E' contraria all'invio di truppe francesi in Ucraina, ed è sfavorevole alle sanzioni economiche contro la Russia, ed è arrivata a proporre l'uscita della Francia dal comando integrato della Nato.
Jean-Luc Mélenchon
Jean-Luc Mélenchon con i suoi 71 anni è il più anziano tra i cadidati all'Eliseo. Ex ministro con Lionel Jospin, e dal 2016 in "France Insoumise", è terzo al 14% nelle intenzioni di voto. Nei precedenti tentativi sia nel 2012 che nel 2017 ha concluso quarto, con l'11,1 per cento e il 19,6 per cento dei voti. Melenchon, nato a Tangeri e figlio di una famiglia di 'pieds-noirs', si è sempre schierato a sinistra e il suo programma guarda principalmente a interventi nel mercato del lavoro. Il leader di France Insoumise chiede l'aumento del salario minimo a 1400 euro netti, a adeguare anche la pensione, con il ritiro dal lavoro portato a 60 anni. Poi proposte a favore delle piccole imprese e un assegno mensile per i giovani tra i 18 e i 25 anni per il raggiungimento dell'indipendenza economica dai genitori. Su quanto succede in Ucraina Melechon ha incassato critiche per posizioni pro Putin prima della guerra, tra cui lasciare la Nato. La sua proposta più radicale però riguarda la riforma del sistema politico: vuole convocare una Costituente con lo scopo di passare nel 2024 alla Sesta Repubblica, basata su un regime parlamentare stabile, quindi sarebbe la Costituente a votare il presidente.
Eric Zemmour
Eric Zemmour è un giornalista, un saggista, ma soprattutto un polemista. Zemmour, 63 anni, già noto per le sue posizioni radicali, ha fondato il partito di estrema destra "Reconquete!" proprio per candidarsi all'Eliseo. Zemmour è spesso ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche, dove per le sue opinioni viene regolarmente accusato di omofobia, misoginia, islamofobia e razzismo. Partito come sopresa nei sondaggi, oggi oscilla tra il 10 e 11 per cento dei sostegni. Sicurezza interna è la parola d'ordine nel quartier generale di Reconquete: "ridurre l'immigrazione a zero", espulsione dei detenuti stranieri e le persone contrassegnate dalle forze dell'ordine come minaccia alla sicurezza nazionale. Poi limiti alle richieste di asilo di extracomunitari, e abolizione del ius soli e del diritto di ricongiungimento familiare. Zemmour, che vorrebbe anche vietare il velo e i minareti, è arrivato a proporre l'obbligo di chiamare i bambini nati in Francia con un nome francese. Nel lavoro chiede aumenti negli stipendi, e abbassamento delle tasse. L'ex giornalista di Le Figaro ha fatto affermazioni pro Putin, ed è contrario all'embargo sul gas e sul petrolio russo.
Valerie Pecresse
Valerie Pecresse è stata consigliera di Jacques Chirac, poi ministra dell'Istruzione superiore e della Ricerca sotto Nicolas Sarkozy e infine presidente dell'Ile de France dal 2015. E' solo quarta nei sondaggi, anche se partiva come la sfidante di Mcron più accreditata. Anche il suo programma guarda alla sicurezza interna e al lavoro. Un freno anche agli stranieri: quote massime di accoglienza, fine allo ius soli e stop alla regolarizzazione delle persone entrate sul solo francese in maniera irregolare. Per i fgrancesci l'ex ministra dell'Istruzione superiore vuole alzare i salari del 10 per cento in cinque anni, garantendo inoltre una pensione a 65 anni entro il 2030, pari almeno allo stipendio minimo aumentato del 25 per cento. La candidata repubblicana è comunque favorevole ad accogliere i rifugiati ucrani, e ha promesso di aumentare il budget per la difesa nazionale.
Anne Hidalgo
Anne Hidalgo è dal 2014 la sindaca di Parigi. Figlia di spagnoli emigrati in Francia, e militante del Partito socialista dal 1994, la Hidalgo è stata prima consigliera nel governo di Lionel Jospin, poi vicesindaca nella capitale. Per far salire il suo 2% la Hidalgo, giudicata debole da parte della sinistra, ha promesso ai francesi di aumentare il salario minimo del 15 per cento di creare un'indennità di disoccupazione universale accessibile anche ai giovani e di allungare il congedo parentale per i padri a 16 settimane. Inoltre vuole creare un ministero dei diritti delle donne. Riguardo la crisi energetica e la transizione verso le rinnovabili, la sindaca di Parigi vuole abbassare l'imposta sul valore aggiunto per gas ed elettricità, e sfruttare il nucleare fino al 2050 come strumento verso la transizione. Sul tema Ucraina la Hidalgo è favorevole a inviare materiale e alle sanzioni alla Russia.
Nathalie Arthaud
Nathalie Arthaud, 52 anni, è docente di economia nella regione parigina e da 18 anni militante del partito Lotta operaia. Già scesa in campo nel 2012, quando ha riportato lo 0,56 per cento dei voti, non è amata molto dalla comunità ebraica francese per aver comparato Gaza a "un campo di concentramento a cielo aperto". Il programma si basa molto su rivendicazioni riguardanti il mondo del lavoro e il potere d'acquisto dei cittadini. Guerra: Arthaud ritiene che la Francia debba restare in una posizione neutrale: no a invio di armi.
Philippe Poutou
Philippe Poutou è il candidato del Nuovo Partito Anticapitalista. E' figlio di un postino e di una casalinga, ha 55 anni. E' stato operaio nello stabilimento della Ford di Blanquefort, a sud ovest del paese, mentre contemporaneamente portava avanti la carriera politica. Per Poutou è il terzo tentativo alle presidenziali, dopo il 2012 (1,15%) e il 2017 (1,09%). Il suo programma si basa sul lavoro, portare il salario minimo a 1800 euro netti, e di ridurre il monte di di lavoro settimanale a 32 ore spalmate su quattro giorni. Età pensionabile a 60 anni, e reddito di autonomia per i giovani. Contrario alla guerra e alla Nato, ritirerebbe anche le truppe francesi in Africa.
Fabien Roussel
Fabien Roussel del Partito comunista francese deve la sua passione politica ai genitori militanti di sinsitra. Dal 2018 guida il suo partito. E' alla prima candidatura all'Eliseo, e propone di aumentare il salario minimo e ridurre le ore settimanali di lavoro. Abbassre l'età della pensione e anche lui propone un fondo per i giovani. Contrario alla Nato.
Yannick Jadot
Yannick Jadot si presenta come capofila del partito Europe Ecologie-Les Verts. Clima e trasizione energetica sono affrontate molto seriamente nel suo programma: investire dieci miliardi all'anno per il rinnovamento termico degli edifici e abbandonare in maniera progressiva il nucleare. Ma anche nazionalizzare d'Edf, la maggior azienda produttrice di energia, vietare la plastica monouso, rinnovare le ferrovie esistenti e proibire i voli quando la stessa distanza può essere coperta in treno in meno di quattro ore. Tra le sue proposte anche la legalizzazione della cannabis.
Jean Lassalle
Jean Lassalle, 66enne candidato con il partito Resistons!, è noto per i metodi politici alternativi ed i molti interventi critici all'Assemblea nazionale, di cui è un deputato dal 2002. Lassalle si concentra sulla riforma delle istituzioni, tra cui un referendum sulla durata del mandato presidenziale e di quello parlamentare.
Nicolas Dupont Aignan
Il papà era uno dei primi aviatori della prima Prima guerra mondiale, e Nicolas Dupont Aignan, 61 anni, ora è alla guida di una formazione politica sovranista ed euroscettica. Nel 2017 chiese ai suoi elettori di votare per la Le Pen nel ballottaggio, ma da allora il rapporto con Marine si è incrinato. Il leader di Debout La France vorrebbe anche rimpiazzare l'Unione europea con una "comunità delle nazioni libere".