Lunedì 9 Settembre 2024
MARTA OTTAVIANI
Esteri

La notte del duello televisivo. "Trump anziano ma incendiario. Harris punti sulla moderazione"

I due candidati alla Casa Bianca si confrontano sulla rete Abc, regole d’ingaggio rigide. Il sociologo Panarari: "Kamala è debole, deve ribaltare l’etichetta di democratica radicale"

Roma, 10 settembre 2024 – Un dibattito atteso, su cui ci si gioca la futura presidenza degli Stati Uniti. La sfida cruciale andrà in scena alle 2.30, nella notte tra oggi e domani.

Kamala Harris e Donald Trump
Kamala Harris e Donald Trump

Ognuna delle due parti dovrà giocarsela al meglio, se vuole fare un passo avanti verso la Casa Bianca. L’imperativo è fare leva sui punti di forza e cercare di fare dimenticare quelli che sono i punti deboli. Ma quali sono? "Il punto di forza di Harris – spiega al Qn Massimiliano Panarari, docente di Sociologia della comunicazione all’Università di Modena e Reggio Emilia – sarà non prendere una posizione troppo netta sui temi di politica internazionale, soprattutto per quello che riguarda il posizionamento verso Israele. Quello di Trump è la sua retorica incendiaria, molto violenta, che funziona benissimo su un pezzo di America". I candidati, insomma, affilano le armi. Ma devono anche stare attenti a dove colpirà l’avversario e, vista la posta in gioco, c’è da scommettere che sarà molto in basso. "Harris – spiega ancora il professor Panarari – è debole a causa del ritratto che è stato fatto di lei. Viene etichettata come californiana ed esponente della sinistra più identitaria. Il punto debole di Trump è che oggettivamente adesso è il candidato più anziano. Ha anche alle spalle una presidenza molto discussa a cui si accodano le vicende giudiziarie e i fatti di Capitol Hill". Che vinca il migliore, insomma. Nella speranza che il dibattito si concentri sui contenuti, l’economia in testa, e non si risolva in scambi di accuse incrociati e in una lotta all’ultima fake news. Il rischio c’è ed è altissimo.

Il duello tv è qualcosa a metà fra un incontro di pugilato e un contratto prematrimoniale fra plurimiliardari. Da una parte, infatti, Kamala Harris e Donald Trump, che corrono rispettivamente per il Partito democratico e quello repubblicano, rischiano di darsele di santa ragione, anche se solo a parole. Dall’altra, gli staff dei rispettivi candidati hanno concordato tutte le regole del confronto fino all’ultima virgola. E Donald Trump già porta a casa un punto a suo favore. Durante gli interventi il microfono del rivale sarà spento. Il tycoon ne ricava due vantaggi. Il primo è che così si evitano fuorionda che, visti i toni da lui utilizzati abitualmente, potrebbero essere imbarazzanti. In secondo luogo, i suoi consiglieri temono che 90 minuti per un uomo di 78 anni siano decisamente troppi. Inoltre, Trump avrà l’ultima parola: ha ottenuto l’intervento conclusivo. Lo staff di Harris ha accettato, avendo in cambio la scelta della collocazione rispetto alla telecamera, ma non senza una punta di delusione nei confronti dell’emittente Abc, che ospiterà il confronto e che così rischia di essere bollata come filo repubblicana.

Altro paletto, questa volta condiviso da entrambe le parti: nessuno dei due candidati potrà porre domande all’altro. Entrambi saranno tenuti a rispondere, e nel merito, ai quesiti posti da David Muir e Linsey Davis, rigorosamente anchorman e anchorwoman del noto network controllato da Disney. Le domande non saranno anticipate in alcun modo, nemmeno i macro-temi, E ai candidati è tassativamente proibito portare appunti sul palco: li potranno prendere solo durante il dibattito. Avranno a disposizione una bottiglietta d’acqua, nella speranza che non si trasformi in un amaro calice, e due minuti di tempo per ogni risposta alle domande e la replica. Più che un dibattito, una via crucis per entrambi, insomma, anche perché, come prevedibile, la presidenza è ampiamente contendibile e, dopo un primo boom di apprezzamento, dovuto alla ventata di novità, il vantaggio di Harris si è assottigliato: ora con The Donald è un testa a testa.