Martedì 16 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

I droni ucraini a lunghissimo raggio Sokol-300 potrebbero cambiare le sorti della guerra

Possono essere armati con missili che colpiscono a una distanza di 10 km. Il loro raggio di volo può raggiungere i 3.300 km: significherebbe colpire le basi russe nell’Artico

Roma, 27 maggio 2024 – Se eravamo rimasti impressionati dell’attacco dei droni ucraini al Cremlino, e poi a S.Pietroburgo e in altre città della Russia europea, se siamo sorpresi e increduli per l’attacco nel 17 aprile in Taratarstan (1.200 km dall’Ucraina) o di quello di oggi a ben 1.800 chilometri di distanza dai territori controllati dalle truppe di Kiev, non abbiamo ancora visto nulla. 

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Un drone Sokol-300 (grafica esemplificativa)
Un drone Sokol-300 (grafica esemplificativa)

Gli attacchi in Tatarstan 

Gli attacchi in Tatarstan, già degni di nota,  sono stati effettuati da droni derivati da piccoli aerei commerciali. Uno è l’UkrjetAJ22, un velivolo con apertura alare di 4 metri e 20 che ha un carico utile di soli 20 chili e che senza serbatoi supplementari raggiunge i 500 km di raggio utile e con serbatoi aggiuntivi e (pare) un diverso del motore avrebbe toccato i mille. L’altro è l’A22 Foxbat, apertura alare di 9 metri e mezzo,  una trasformazione in drone di un ultraleggero Aeroprakt A-22 Foxbat, che con il suo motore Rotax 912 garantisce un raggio operativo di 1300 chilometri.

Gli Aerodrone

Nella frotta di droni a lungo raggio dell’Ucraina, si aggiungono l’UJ26 Beaver (raggio 1000 chilometri, carico utile solo 20 chili) e lo Sky Ranger Nynja , un altro ultraleggero con motore Rotax 912 che ha un range attorno ai 1200 km e può portare una bomba da 100 chili (di cui 42 di esplosivo) come la OFAB100-120. Ci sono poi gli D-80 Discovery e E-300 Enterprise, entrambi prodotti dalla Aerodrone, che sono in grado di  portare rispettivamente carichi di 80 e 300 kg e hanno un raggio di 1000 km, che con un serbatoio supplementare da 350 litri possono diventare 3.100 km. Non poco. 

Arrivano i Sokol 300

Ma questo potrebbe cambiare in meglio per Kiev, e a brevissimo, con l’arrivo del Sokol 300, una evoluzione del drone turco Bayraktar TB2, sviluppato dalla ucraina Luch nel 2020/21, come drone da ricognizione, e poi, dopo l’invasione russa, “armato”. Questo drone d'attacco, apertura alare di 14 metri e lunghezza di quasi oltre 8 metri e mezzo, è un “vero” drone, e non un ultraleggero modificato.

Opera a 9.100 metri (ma è in grado di volare a un'altitudine fino a 12 km), controllato da un'unità inerziale, GPS e da giroscopi laser. Ha un carico utile di 300 kg (contro i 50 kg del Bayraktar TB2) e può essere armato con missili RK-10, R2-M e RK-2P che possono colpire bersagli a una distanza massima di 10 km. il suo raggio di volo dipende dal tipo di motore installato. La variante con il motore ucraino AP-450T2 può coprire una distanza fino a 1.300 km. Ma l'autonomia di un drone Sokol 300  alimentato dal motore austriaco Rotax 914, più leggero e performante, può raggiungere i 3.300 km. Quindi può colpire le basi russe nell’Artico, attorno al mar Caspio, persino nella Siberia occidentale e centrale, almeno fino ad Omsk. Può essere un game changer e garantire all’Ucraina una proiezione di potenza con mezzi propri, e quindi non soggetti a veti occidentali.  L’era dei droni –  non solo per l’esercito ucraino ma anche quello russo –  avanza, e la guerra, sempre terribile, non sarà più la stessa.