Bruxelles, 8 novembre 2024 - Con Trump alla Casa Bianca cambieranno i rapporti tra Usa e Ue, per questo Bruxelles non potrà più rinviare certe decisioni, è in sintesi il pensiero espresso da Mario Draghi arrivando al vertice informale di Budapest dell'Unione Europea. Non bisogna disperarsi, "non c'è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa. Non necessariamente tutto in senso negativo, ma certamente noi dovremo prenderne atto", ha avvertito sottolineato l'ex premier.
"Ue non può più posporre certe decisioni”
Per Draghi l'Europa davanti a nuove sfide deve ritrovare lo spirito unitario e prendere decisioni importanti: "Ci sono grandi cambiamenti in vista e credo che quello che l'Europa non può più fare è posporre le decisioni. Come avete visto in tutti questi anni si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è venuto, è arrivata solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, oggi una stagnazione". E ha aggiunto: "Mi auguro che ritroveremo uno spirito unitario".
"Spirito unitario per trattare con Trump”
"Negoziare con l'alleato americano - ha ribadito Draghi - con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei". Perché con Trump ci sarà "sicuramente grande impulso ulteriore al cosiddetto high tech, dove noi siamo già molto indietro, e questo è il settore trainante della produttività. Già ora la differenza della produttività tra gli Stati Uniti e l'Europa è molto ampia, quindi noi dovremo agire". L'ex presidente della Bce ha anche ricordato che "gran parte delle indicazioni" del suo Report sulla competitività di inizio settembre sono incentrate su questo tema. "Trump darà tanto impulso nei settori innovativi e proteggerà molto le industrie tradizionali, quelle dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti. E quindi dovremo negoziare uniti".
Debito comune indispensabile, ma non prima cosa
Draghi, rispondendo ai giornalisti, ha affermato che il debito comune "è necessario per alcuni progetti di comune interesse europeo, ed è previsto che per questi progetti vi sia finanziamento comune, un esempio sono le interconnessioni nel campo dell'energia". Aggiungendo: "Sì, è indispensabile. Ma non è la prima cosa. Quello che il report" sulla competitività Ue "dice è che ci sono moltissime altre decisioni che si possono prendere senza affrontare immediatamente il problema del finanziamento pubblico comune".
Possibile spendere il 2% del Pil un Difesa
Per l'ex presidente del Consiglio "è possibile" spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto di stabilità, ma "bisognerà prendere tutta una serie di decisioni: oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione".