Bruxelles, 18 febbraio 2025 – “Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa". E’ probabilmente questo il passaggio “più forte” dell'ex presidente della Bce ed ex premier, Mario Draghi, nel suo discorso al Parlamento europeo per la settimana parlamentare 2025.
"Per far fronte alle sfide” dell'Ue, “è sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre più come se fossimo un unico Stato. La complessità della risposta politica che coinvolge la ricerca, l'industria, il commercio e la finanza richiederà un grado di coordinamento senza precedenti tra tutti gli attori: governi e parlamenti nazionali, Commissione e Parlamento europeo”.
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Il potenziale per agire su larga scala
"Dobbiamo creare le condizioni affinché le aziende innovative crescano in Europa piuttosto che rimanere piccole o trasferirsi negli Stati Uniti. Ciò significa abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sul capitale azionario. Spesso siamo noi stessi i nostri peggiori nemici in questo senso".
"Abbiamo un mercato interno di dimensioni simili a quello degli Stati Uniti. Abbiamo il potenziale per agire su larga scala. Ma il Fmi stima che le nostre barriere interne equivalgano a una tariffa di circa il 45% per la produzione e del 110% per i servizi. E abbiamo scelto un approccio normativo che ha dato priorità alla precauzione rispetto all'innovazione, soprattutto nel settore digitale. Ad esempio, si stima che il Gdpr abbia aumentato i costi dei dati del 20% per le aziende dell'Ue", ha aggiunto Draghi.
La necessità di una risposta rapida
Al nuovo contesto attorno all'Ue "la risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l'economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce. Deve essere commisurata all'entità delle sfide. E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l'ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali”.
L’energia
"Dobbiamo ridurre i prezzi dell'energia, questo è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate: ma la decarbonizzazione può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati”, ha aggiunto l'ex premier Mario Draghi nel suo intervento alla Settimana parlamentare europea 2025, presentando il suo rapporto sulla competitività dell'economia europea.
Il rapporto suggerisce di dar vita a una riforma "del mercato dell'energia, maggiore trasparenza nel commercio dell'energia, maggiore utilizzo di contratti di fornitura a lungo termine e acquisti a lungo termine di gas naturale, massicci investimenti nelle reti e nelle interconnessioni” oltre a puntare sullo sviluppo di energie rinnovabili”. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “dobbiamo garantire condizioni di parità per il nostro settore innovativo delle tecnologie pulite, in modo che possa beneficiare delle opportunità della transizione. La decarbonizzazione non può significare la perdita di posti di lavoro verdi, perché le aziende dei Paesi con un maggiore sostegno statale possono conquistare quote di mercato”.
Come aumentare la capacità di spesa
"È ora importante che la Commissione riceva tutto il sostegno necessario sia per l'attuazione del programma che per il suo finanziamento. Il fabbisogno finanziario è enorme: 750-800 miliardi di euro all'anno è una stima prudente. Per aumentare la capacità di finanziamento, la Commissione propone un'apprezzabile razionalizzazione degli strumenti di finanziamento dell'Ue. Ma non sono previsti nuovi fondi Ue. Il metodo proposto è quello di combinare gli strumenti dell'Ue con un uso più flessibile degli aiuti di Stato coordinati da un nuovo strumento europeo. Speriamo che questa costruzione fornisca il sostegno finanziario necessario, il successo dipenderà dall'utilizzo da parte degli Stati membri dello spazio fiscale a loro disposizione e dalla loro disponibilità ad agire all'interno di un quadro europeo”, ha aggiunto.
Non si può dire no a tutto
Non solo. Draghi ha ribadito che “Serve un debito europeo comune” e “L'Ue è stata creata per garantire pace, indipendenza, sicurezza, sovranità e poi sostenibilità, prosperità, democrazia, equità. Di base siamo riusciti a garantire tutto questo. Ora il mondo confortevole è finito, e dobbiamo chiederci, vogliamo difendere questi valori o dovremmo andarcene, e andarcene dove? Non si può dire no a tutto, altrimenti bisogna ammettere che non siamo in grado di mantenere i valori fondamentali dell'Ue. Quindi quando mi chiedete 'cosa è meglio fare ora’ dico che non ne ho idea, ma fate qualcosa!», ha rimarcato,