Douma (Siria), 8 aprile 2018 - Non c'è pace in Siria, dove sono almeno 70 le persone rimaste uccise in un sospetto attacco chimico a Douma, roccaforte dei ribelli siriani nella Ghuta orientale, alle porte di Damasco. Centinaia i feriti, molti in condizioni gravissime, mentre varie persone hanno manifestato anche problemi respiratori, riportano al Jazeera e la Bbc in base alle testimonianze degli attivisti. I media governativi siriani, però, negano l'uso di armi chimiche così come il ministero della Difesa russo. Il bilancio delle vittime è contraddittorio: Raed al-Saleh, capo dei Caschi bianchi, ha parlato di 70 persone morte soffocate e centinaia con gravi sintomi, per altre Ong i numeri sarebbero anche maggiori, oltre cento.
Gli White Helmets, gruppo di soccorritori che operano in aree controllate dall'opposizione in Siria, hanno affermato che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini e in un tweet hanno addirittura stimato in 150, ma poi hanno cancellato il messaggio.
NUOVI RAID - Intanto il regime siriano ha ripreso le incursioni aeree a Duma, per spingere un gruppo ribelle a lasciare la sua ultima roccaforte vicino a Damasco, riferisce l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh). La ripresa degli attacchi si è verificata nonostante un annuncio del gruppo ribelle Jaich al-Islam e un comitato incaricato dei negoziati di una possibile tregua e una ripresa dei colloqui sul destino di Duma.
CONDANNA USA - Gli Stati Uniti hanno condannato duramente il presunto attacco con armi chimiche affermando che la Russia sarebbe responsabile a causa del suo "sostegno costante" al regime. I primi soccorritori hanno accusato le forze fedeli al presidente Bashar al-Assad di usare gas velenoso al cloro. "Queste informazioni, se confermate, sono orripilanti e richiedono una risposta immediata da parte della comunità internazionale", ha detto in una nota la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert, "il regime di Assad e i suoi sostenitori devono essere ritenuti responsabili e ogni ulteriore attacco deve essere impedito immediatamente". "La Russia, con il suo incrollabile sostegno per il regime, alla fine si assume la responsabilità di questi attacchi brutali", ha aggiunto. Interviene poi il presidente Donald Trump in prima pesona, denunciando un un "attacco chimico insensato" e avvertendo che "sarà pagato un prezzo molto alto", puntando il dito sulle "responsabilità" della Russia e dell'Iran che sostengono "l'animale Assad". Trump chiede via Twitter di aprire subito l'area dell'ultimo attacco chimico in Siria per gli aiuti umanitari e una verifica dell'accaduto.
Many dead, including women and children, in mindless CHEMICAL attack in Syria. Area of atrocity is in lockdown and encircled by Syrian Army, making it completely inaccessible to outside world. President Putin, Russia and Iran are responsible for backing Animal Assad. Big price...
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 8 aprile 2018
....to pay. Open area immediately for medical help and verification. Another humanitarian disaster for no reason whatsoever. SICK!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 8 aprile 2018
L'IRAN NON CI STA - Secondo l'Iran le accuse rivolte all'esercito siriano rappresentano un nuovo "complotto" contro Bashar al Assad. "Queste insinuazioni e accuse da parte degli americani e di certi Paesi occidentali sono il segnale di un nuovo complotto contro il governo e il popolo della Siria e un pretesto per un'azione militare, che sicuramente complicherà ancora di più la situazione in questo Paese e nella regione", spiega una nota diffusa dal ministero degli Esteri iraniano.
LA CONDANNA DELL'UE - Intanto 'l'Unione europea chiede a Russia e Iran di "usare la loro influenza per prevenire ogni ulteriore attacco". L'attacco costituisce "motivo di grave preoccupazione" per l'Unione europea che "condanna nei termini più forti l'uso di armi chimiche e chiede una risposta immediata da parte della comunità internazionale".
PAPA FRANCESCO - Da febbraio l'offensiva del regime nella Ghouta ha ucciso più di 1.600 civili, una strage su cui è intervenuto anche Papa Francesco prima del Regina Coeli in piazza San Pietro. "Giungono dalla Siria notizie terribili, di bombardamenti con decine di vittime, molte delle quali sono donne e bambini. Notizie di sostanze chimiche contenute nelle bombe", le parole di Bergoglio, che ha ammonito che "non c'è una guerra buona e una guerra cattiva e niente, niente, può giustificare l'uso di strumenti di sterminio contro persone inermi. Preghiamo perché i responsabili politici e militari scelgano l'altra via, quella del negoziato, la sola che può portare a una pace che non passi da morte e distruzione".
ONU - Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è "particolarmente allarmato" dalle accuse secondo cui sarebbero state usate armi chimiche contro i civili. Lo afferma una nota del suo portavoce, Stephane Dujarric. "Le Nazioni Unite non sono in grado di verificare queste segnalazioni - continua - ma Guterres osserva che qualsiasi uso di armi chimiche, se confermato, è ripugnante e richiede un'indagine approfondita".