Cleveland, 20 luglio 2016 - Tutto (quasi) come previsto: Cleveland incorona Donald Trump a candidato repubblicano per la presidenza degli Usa. Lui commenta: "È un grande onore e non vi deluderò", e indica il governatore dell'Indiana Mike Pence come candidato vicepresidente. A "lanciarlo in vetta" sono i figli: Donald Jr., il maggiore, affiancato dal fratello Eric, dalla sorella Ivanka e dalla sorellastra Tiffany, nata dalla seconda moglie di Trump, Marla Maples. Erano tutti visibilmente emozionati.
Lo speaker della Camera Paul Ryan, lancia un appello all'unità del partito. E ce n'è davvero bisogno, a giudicare dall'attacco frontale di Jeb Bush e dalle fibrillazioni interne che sembra si stiano intensificando. In effetti secondo il conteggio generale, il tycoon è stato sostenuto da 1.725 dei 2.472 delegati con diritto di voto, pari al 69,8% del totale, rispetto al 30,2% che non ha dato la sua approvazione alla sua candidatura. E la percentuale dei contrari è la più alta registrata dal 1976, quando nella convention repubblicana Gerald Ford si impose su Ronald Reagan. Tuttavia il voto rappresenta una grande vittoria per il magnate la cui corsa per la presidenza, iniziata il 16 giugno 2015, fu vista da esperti e giornalisti come uno scherzo.
Un elemento unificante della Convention Gop c'è stato: l'incessante j'accuse contro Hillary Clinton, portato avanti quasi ininterrottamente da tutti gli speaker, dal governatore del New Jersey, Chris Christie, a Donald Jr., salito sul palco con il piglio di un politico navigato.
TRUMP - "È un grande onore essere il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. Lavorerò duramente e non vi deluderò. Prima di tutto l'America! - commenta Donald Trump su Twitter - Oggi è stata una giornata molto, molto speciale, e non la dimenticherò mai".
Such a great honor to be the Republican Nominee for President of the United States. I will work hard and never let you down! AMERICA FIRST!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 19 luglio 2016
IL CASO TRUMP JUNIOR - Dopo la palese gaffe di Melania Trump - che ha copiato integralmente il discorso di Michelle Obama - si è rischiato il bis delle polemiche per il discorso di Donald Trump Jr, che è stato salvato dall'imbarazzo da uno degli autori del suo discorso, dopo che erano state notate delle somiglianze troppo marcate con un articolo pubblicato da un professore di legge della George Mason University. Il giovane Trump è stato scagionato dalle accuse di plagio proprio da Fh Bucley, il docente che aveva scritto sull'American Conservative e che ha aiutato Donald Jr a scrivere il suo discorso. "Sono stato uno degli autori principali del discorso", ha dichiarato al Time.com. Aggiungendo che quindi "non esiste il problema".