Washington, 9 maggio 2023 - Donald Trump non ha stuprato, ma ha aggredito sessualmente la scrittrice Jean Carroll nei camerini del grande magazzino Bergdorf Goodman, a New York, nel 1996 e l'ha poi diffamata: è il verdetto raggiunto dalla giuria nel processo civile a New York contro il tycoon. La giuria ha condannato Trump a pagare complessivamente 5 milioni di dollari alla Carroll.
Si chiude così dopo due settimane un processo che farà la storia, anche del movimento #Metoo, e che lascerà una macchia indelebile sull'immagine dell'ex presidente e sui suoi rapporti con le donne, minando i suoi consenti nell' elettorato femminile.
Trump: “Non ho idea di chi sia questa donna”
“Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna. Questo verdetto è una vergogna. Una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi”, questo il commento di Donald Trump sulla piattaforma social Truth, dopo il verdetto di condanna per abuso sessuale.
“L'intero caso è fasullo ed è politico: prende di mira il presidente Trump perché ora è super favorito per essere eletto ancora una volta presidente degli Stati Uniti”, ha detto un portavoce di Trump. "Il continuo abuso della nostra grande Costituzione per fini politici è disgustoso e non può essere tollerato", continua la dichiarazione. "La nostra nazione è in guai seri quando affermazioni prive di prove o testimoni oculari possono invadere i nostri tribunali per ottenere punti politici". Il team di Trump ha dichiarato che farà appello contro il verdetto.
La vicenda
Carroll, all'epoca giornalista del magazine Elle, ha accusato il tycoon di averla stuprata dopo che i due si erano conosciuti a una festa e lui le aveva chiesto dei suggerimenti per un regalo. "È stata una sensazione orribile. Ha messo la mano dentro di me e girato il dito”, ha raccontato la scrittrice. Carroll ha anche spiegato perché non avesse mai denunciato l'ex presidente prima del 2019. “Mi vergognavo, pensavo fosse colpa mia”, ha detto con la voce strozzata dalle lacrime. L'esperienza terrificante “l'ha segnata per sempre” e non è mai più riuscita ad avere una relazione amorosa. In aula ha dovuto anche giustificarsi per non aver urlato (“ero pietrificata dalla paura”). La giuria non ha creduto alla versione di uno stupro ma non ha avuto dubbi sull'aggressione sessuale.