Non è la prima volta e ci sono stati "illustri precedenti" di oppositori di Vladimir Putin avvelenati in vari modi. Questa volta, indipendentemente dalle responsabilità dell'avvelenamento, è toccato a Elvira Vikhareva.
Una politica dell'opposizione, Elvira Vikhareva, è stata avvelenata da sali di metalli pesanti. Lo riferisce l'agenzia russa Sota specificando che il fatto è avvenuto diversi mesi fa. Vikhareva avrebbe svolto test di laboratorio dopo aver iniziato a manifestare alcuni sintomi da avvelenamento.
Secondo Sota, nel sangue di Vikhareva è stato trovato bicromato di potassio, una sostanza altamente tossica e cancerogena. Vikhareva ha detto ai giornalisti di aver cominciato ad avere forti dolori allo stomaco, aumento della frequenza cardiaca, intorpidimento delle estremità, spasmi muscolari, svenimenti e perdita di capelli.
Elvira Vikhareva ha raccontato che i sintomi si sono manifestati per la prima volta tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre, per poi tornare a febbraio. La politica non avrebbe mostrato il suo viso nelle ultime interviste proprio perché gli effetti dell'avvelenamento hanno avuto un impatto notevole sul suo aspetto.
Nel 2022, Vikhareva intendeva candidarsi al consiglio comunale nel suo distretto di Mosca, ma un tribunale glielo ha impedito, adducendo irregolarità nei suoi documenti di registrazione. Nel 2021 si era candidata alla Duma di Stato perdendo, secondo i risultati del voto elettronico, contro il presentatore televisivo e candidato di Russia Unita Timofey Bazhenov.
Giovane e disposta a tutto per combattere il regime dello zar Vladimir Putin. Sarebbe proprio questo il motivo per il quale la 32enne Elvira Vikhareva, politica dell'opposizione, è stata avvelenata con sali di metalli pesanti.
La 32enne aveva già raccontato di aver subito minacce e pressioni in passato. Originaria di Irkutsk, in Siberia, Vikhareva ha lavorato per un periodo in tv e si è laureata in giornalismo. Poi è arrivata la lotta politica, alla quale si è avvicinata nemmeno ventenne durante le proteste contro le frodi elettorali del 2011. Nel 2019 era ancora in piazza contro l'esclusione di decine di candidati dalle elezioni. Anche a lei è toccata la stessa sorte nel 2022, come scrive sul suo sito: intendeva candidarsi al consiglio comunale nel suo distretto di Mosca, ma un tribunale glielo ha impedito, adducendo irregolarità nei suoi documenti di registrazione.
L'anno prima aveva provato a entrare alla Duma di Stato perdendo, secondo i risultati del voto elettronico, contro il presentatore televisivo e candidato di Russia Unita Timofey Bazhenov. In un'intervista a Le Monde qualche mese fa diceva di non avere il diritto di giudicare i politici russi che se ne andavano temendo per la propria vita. Per lei, però era diverso. Conosceva i rischi, «dalla prigione al veleno», ma sentiva di avere la responsabilità morale di restare, soprattutto ora.