Kiev, 3 giugno 2024 – Secondo quanto riportato dal canale Telegram russo Dva Majora, l’esercito ucraino avrebbe colpito un sistema di difesa aerea della regione di Belgorod utilizzando missili statunitensi. Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe del primo attacco del genere dal via libera di Washington che concede a Kiev di usare i suoi armamenti per colpire obiettivi in Russia.
La notizia arriva a poche ore dalle dichiarazioni sull’argomento da parte dei vice ministri degli esteri russi, secondo i quali l’Occidente starebbe puntando “a una escalation”.
Intanto, Kiev ha annunciato che Volodymyr Zelensky prenderà parte al G7 in programma in Italia dal 13 al 15 giugno. Il portavoce Sergiy Nikiforov ha dichiarato che il presidente ucraino chiederà “di accelerare le procedure per la consegna dei caccia F-16” e di “ulteriori equipaggiamenti di difesa aerea”.
L'agenzia di stampa indipendente russa Astra ha riferito che almeno uno degli attacchi ucraini ha danneggiato gravemente una base per le truppe e un'area di stoccaggio di armi pesanti nella regione di Belgorod, distruggendo "diversi pezzi di equipaggiamento militare". Tra di essi ci sarebbe un sistema di superficie Iskander-2. Oggi l'esercito ucraino ha confermato che sono stati effettuati attacchi transfrontalieri e che sono stati colpiti obiettivi militari in Russia ma senza fornire dettagli.
Il canale Telegram russo Dva Majora riporta che l'esercito ucraino avrebbe attaccato il territorio russo con missili americani. L'obiettivo sarebbe stato un sistema di difesa aerea con missili S-300 e S-400 situato nella regione di Belgorod. Le stesse fonti hanno pubblicato anche alcune fotografie che mostrano veicoli militari in fiamme e una colonna di fumo alzarsi nel cielo. Se la notizia venisse confermata, si tratterebbe del primo attacco del genere dopo l'autorizzazione di Washington che permette a Kiev di utilizzare le armi fornite dagli Stati Uniti per centrare obiettivi militari in Russia.
Stando al ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, la Russia starebbe cercando di minare la conferenza di pace in Svizzera, convincendo altri Paesi a non prendervi parte. Le pressioni sarebbero esercitate soprattutto su nazioni asiatiche, africane e dell'America Latina. Kiev sostiene che le azioni siano "sistemiche e su una scala senza precedenti", ma ciononostante l'Ucraina "sta ancora vincendo" questa sfida diplomatica.
In questi giorni il presidente ucraino Zelensky è in Asia, per far conoscere ai Paesi della regione "cosa sta accadendo in Ucraina", affinché anche loro "sostengano la fine della guerra". "Vogliamo che i leader asiatici partecipino al vertice di pace" previsto in Svizzera il 15 e il 16 giugno, ha dichiarato durante una conferenza stampa. Nessun incontro previsto con rappresentanti del governo cinese: "L'Ucraina non ha legami forti con Pechino perché loro non li vogliono", ha affermato Zelensky.
"Noi non manderemo soldati italiani a morire in Ucraina: non siamo in guerra con la Russia" ha assicurato il ministro degli esteri Antonio Tajani durante il suo intervento alla tramissione 'Tagadà' su La7. "Siamo sulla lama del rasoio e dobbiamo evitare una escalation", ha concluso.
Due persone sono morte e una è rimasta ferita a seguito del doppio bombardamento di Mikhailovka, nel Donetsk, da parte delle forze russe. Tra le vittime risulta esserci un ragazzino di 12 anni. A riferirlo è Ukrainska Pravda, che riprende il capo della regione Vadim Filashkin. Due bombe sarebbero state sganciate sul villaggio, a distanza di un'ora e mezza circa l'una dall'altra, causando anche il danneggiamento di almeno cinque abitazioni.
"Abbiamo capito che i Paesi occidentali stanno operando per una escalation: da parte nostra adotteremo tutte le misure necessarie per neutralizzare le minacce", ha affermato il vice ministro degli esteri russo Alexander Grushko, commentando il via libera concesso a Kiev da diversi Paesi della Nato per utilizzare le armi da loro fornite per colpire obiettivi in Russia. L'altro numero due della diplomazia di Mosca, Sergey Ryabkov, ha messo in guardia gli Stati Uniti dal commettere errori "fatali", dopo che "hanno dato agli ucraini carta bianca per commettere qualsiasi crimine".
In un'intervista a Sky News, il capo di stato maggiore della difesa britannica, Tony Radakin, ha assicurato che "Vladimir Putin non vuole una guerra diretta con la Nato". Il militare non nega che "le cose siano diventate più pericolose", ma non in modo tale da spingere il presidente russo a un conflitto nucleare, né tanto meno mondiale.
La Cina ha risposto alle accuse del presidente ucraino Zelensky "sulle pressioni" esercitate da Pechino sugli altri Paesi per disertare la conferenza di pace prevista in Svizzera nel mese di giugno. "L'uso della forza politica non è nello stile della diplomazia cinese - ha assicurato Mao Ning, portavoce del ministero degli esteri - Speriamo sinceramente che questa conferenza di pace non diventi una piattaforma per creare uno scontro tra i campi: non parteciparvi non significa che non sosteniamo la pace". Mao ha poi ribadito che la Cina sosterrà una conferenza riconosciuta sia dall'Ucraina che dalla Russia.
Volodymyr Zelensky parteciperà al summit G7 in programma dal 13 al 15 giugno a Fasano. "Purtroppo non posso confermare né negare che il presidente parteciperà fisicamente al vertice del G7 - ha dichiarato Sergiy Nikiforov, portavoce del capo dello Stato ucraino - Ma in ogni caso o di persona o in collegamento video, non c'è dubbio che ci sarà". Da quanto si apprende, Zelensky chiederà "di accelerare la consegna dei caccia F-16" e "ulteriori equipaggiamenti di difesa aerea".