Roma, 6 giugno 2023 - La diga di Nova Kakhovka, sul fiume Dnepr, fatta saltare in aria stamane forse dai russi o dalle forze ucraine (Mosca e Kiev si scambiano le accuse) risale al 1956, e si trova nell'omonima cittadina, situata a 30 chilometri ad est di Kherson.
E' una diga imponente, alta 30 metri e larga diverse centinaia, cosa che le permette di avere un bacino di circa 18 km cubici di acqua, lo stesso volume del lago americano Great Salt Lake, nello Utah. L'acqua della Nova Kachovka rifornisce la Crimea, annessa alla Russia dal 2014, e la centrale nucleare di Zaporizhzhia, oltre ad alimentare la centrale idroelettrica di Kakhovka. Questo la rende di grande importanza strategica, e tra i primi obbiettivi dei russi subito dopo l'inizio dell'invasione.
La centrale idroelettrica di Kakhovka, nell'omonima città portuale situata sulla riva meridionale dell'omonimo bacino idrico serve per la produzione di energia idroelettrica, per l'irrigazione e la navigazione, ed è la sesta e ultima diga della cascata del Dnepr. Nell'impianto normalmente lavorano 241 persone, nel 2015. Ha una una capacità installata di 357 MW.
L'acqua del bacino idrico viene distribuita con il canale della Crimea settentrionale, e con il canale Dnepr-Kryvyj Rih, per irrigare in vaste aree dell'Ucraina meridionale e della Crimea settentrionale. È gestita da Ukrhydroenerho.
Il crollo della diga potrebbe causare l'inondazione degli insediamenti sottostanti, tra cui Kherson, città riconquistata dalle forze ucraine alla fine del 2022. Inoltre è molto importante per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, sotto il controllo russo, che riceve dalla diga l'acqua di raffreddamento dal serbatoio. L'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha twittato che sta monitorando da vicino la situazione, e "non vi è alcun rischio immediato per la sicurezza nucleare dell'impianto".
Ma la diga fin dall'inizio della guerra è stata un punto strategico, e quindi potenziale obiettivo, sia per i danni che la sua distruzione provocherebbe. A ottobre scorso il presidente Vlodymyr Zelensky aveva lanciato l'allarme: la Russia voleva far saltare in aria la diga, inondato una vasta area dell'Ucraina meridionale. Così Mosca, secondo gli annalisti, potrebbe sfruttare la situazione per rallentare la tanto temuta controffensiva ucraina.
L'esplosione della diga ha quindi messo a rischio circa 16mila persone secondo Oleksandr Prokudin, capo dell'amministrazione militare regionale di Kherson, citato da Ukrinform. "A partire da ora, sappiamo che circa 16.000 persone si trovano nell'area del disastro sulla riva destra del fiume Dnepr". Ed ha aggiunto: "A partire dalle 7:30, i seguenti insediamenti sono stati allagati completamente o parzialmente: Tiahynka, Lvove, Odradokamyanka nel distretto di Beryslav; Ivanivka, Mykilske, Tokarivka, Poniativka, Bilozerka, il microdistretto di Ostriv", ha elencato Prokudin. Ed è probabile che anche altri insediamenti vengano allagati. I residenti vengono evacuati con autobus verso la città di Kherson e Mykolaiv, poi da lì a Khmelnytskyi, Odessa, Kropyvnytskyi, Kiev e altre città.