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Devin Nunes (Ansa)
Washington, 2 febbraio 2018 - Ma chi è il parlamentare Devin Nunes, al cuore della drammatica disputa sul memo classificato: è un fedele sostenitore di Donald Trump, un giovane repubblicano che difende il presidente a tutti i costi. La sua aggressiva ricerca delle accuse di cattiva condotta da parte dell'Fbi e del dipartimento della Giustizia, nel pieno dell'escalation dello scandalo Russiagate, ha portato i democratici ad accusarlo di volere screditare l'indagine.
Deputato della California, 44 anni e al suo ottavo mandato in Congresso, ha fatto parte del team di transizione presidenziale di Trump. Ha commissionato un memo che sostiene evidenzi "abusi nella sorveglianza" da parte delle agenzie, ma che i democratici - nonché alcuni critici repubblicani - accusano di essere politicizzato. Trump ha declassificato questo memo oggi, venerdì. Il dipartimento della Giustizia aveva avvertito che sarebbe stato "straordinariamente imprudente" farlo, e anche l'Fbi aveva avanzato preoccupazioni simili.
I critici sostengono che contenga materiale che darebbe al presidente un pretesto per licenziare funzionari come il vice attorney general Rod Rosenstein o addirittura il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller.
Mentre il memo veniva pubblicato, Nunes ha insistito sul fatto che stesse prestando servizio ai cittadini. "Il popolo americano ha il diritto di sapere quando funzionari in istituzioni fondamentali abusano della loro autorità per fini politici", ha dichiarato, aggiungendo che spera che le azioni della commissione intelligence della Camera, che lui presiede, "getteranno una luce su questa allarmante serie di eventi in modo che possiamo fare riforme" alle istituzioni del governo.
I leader democratici si sono irritati per la gestione del caso fatta da Nunes e lo accusano di avere alterato il memo dopo che la commissione intelligence aveva votato spaccata, secondo le linee di partito, e prima che venisse presentato alla Casa Bianca per la revisione.
Giovedì la leader della minoranza democratica alla Camera, Nancy Pelosi, ha detto che Nunes è stato "deliberatamente disonesto" sul documento e sui cambiamenti che vi ha apportato, e ha chiesto al presidente della Camera Paul Ryan di rimuovere Nunes dall'incarico. Richiesta che Ryan ha definito una "distrazione politica", insistendo sul fatto che la bufera scatenata dal memo non screditerà l'indagine di Mueller o i principali dipartimenti del Paese. "Questo memo non è un'incriminazione dell'Fbi, o del dipartimento della Giustizia" e "non impugna l'indagine di Mueller o del vice attorney general", ha dichiarato Ryan.
Ma molti critici hanno etichettato Nunes come un cane da salotto di Trump. "Nunes è un agente della Casa Bianca anziché un investigatore indipendente", ha dichiarato alla Cnn Mike Quigley, democratico della Camera, membro della commissione intelligence. Nunes è stato parecchio sotto i riflettori nell'ultimo anno. A marzo, due mesi dopo l'insediamento di Trump, si era recato alla Casa Bianca per verificare documenti esecutivi classificati che a suo dire mostravano che cittadini americani venivano impropriamente "smascherati" in report dell'intelligence. Poi aveva riferito al presidente su ciò che aveva scoperto, sollevando allarmi sul fatto che stesse in realtà avvertendo Trump di elementi dell'indagine sul Russiagate: tanto fu lo scalpore che fu costretto a dimettersi dalla guida dell'indagine sul Russiagate della commissione intelligence, nonostante mantenne la presidenza della commissione stessa.