Giovedì 30 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

DeepSeek sparisce da app store di Apple e Google in Italia. Timori per la sicurezza degli Usa

L’applicazione cinese vietata alla Marina. Meta: 4 war room. OpenAI: “Hanno utilizzato i nostri modelli”. Zuckerberg mette su 4 squadre per studiarne il successo. Attacchi hacker al sito

Washington, 29 gennaio 2025 – L’intelligenza artificiale di DeepSeek continua a far discutere. La app, che aveva aggiunto i primi posti nei download in queste ore, è sparita nel pomeriggio dai negozi digitali di Google e Apple in Italia. Collegandosi al sito di DeepSeek la navigazione è lenta. Nella sezione 'Service Status' della piattaforma appare l'avviso, pubblicato oggi: "E' stato identificato un problema e una soluzione è in fase di implementazione".

Una prima conseguenza in Italia, la cui motivazione non è ancora nota, mentre Il governo degli Stati Uniti sta valutando le implicazioni dell’app cinese per la sicurezza nazionale. Lo ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, come riporta Reuters. "Ho parlato con il Consiglio (per la sicurezza nazionale, ndr) questa mattina, stanno esaminando quali potrebbero essere” le ripercussioni negli Usa. Secondo Cnbc, ripresa da Bbc, la marina militare Usa ha inviato un' e-mail al proprio personale intimandogli di non utilizzare l'app DeepSeek a causa di "potenziali problemi di sicurezza ed etici".  

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DeepSeek, l'app cinese di intelligenza artificiale (Ansa/Afp)

Meta: 4 war room per studiare DeepSeek

Il modello R1 di DeepSeek, paragonabile come prestazioni a ChatGpt, con costi apparentemente risibili rispetto a quelli sostenuti da OpenAI – ha scalato la classifica delle applicazioni gratuite per il download nell'App Store di Apple negli Stati Uniti: il contraccolpo sul mercato dei titoli tecnologici americani e non solo è stato notevole. Meta prende contromisure: il colosso di Zuckerberg ha allestito quattro ‘war room’ – cioè quattro squadre – incaricate di analizzare i fattori che hanno permesso il successo di DeepSeek: vaglieranno costi, i dati di addestramento e l'innovazione tecnica. Lo scopo è rimanere in scia e garantirsi la competitività. 

OpenAI: “Hanno utilizzato i nostri modelli” 

Da parte sua OpenAi sospetta che DeepSeek abbia copiato i propri modelli di apprendimento. Il produttore di ChatGpt ha rivelato di aver riscontrato alcune prove di "distillazione", che sospetta provengano da DeepSeek. Si tratta di una tecnica utilizzata dagli sviluppatori per ottenere prestazioni migliori su modelli più piccoli: sfruttano il funzionamento di quelli più grandi e più capaci, per ottenere  risultati simili su compiti specifici a un costo molto inferiore. La distillazione è una pratica comune nel settore, ma il timore è che i cinesi l’abbiano usata per costruire un modello concorrente, violando così la proprietà intellettuale di OpenAI. 

Le condizioni di servizio di ChatGpt vietano agli utenti di ‘copiare’ i servizi o "utilizzare l'output per sviluppare modelli in concorrenza con OpenAI". Secondo altre fonti interpellate da FT, l'anno scorso OpenAI e il suo partner Microsoft avevano indagato su account ritenuti di DeepSeek che utilizzavano l'interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) di OpenAI e ne hanno bloccato l'accesso per sospetta distillazione che violava i termini di servizio. Non ci sono state conferme ufficiali.

Il sito di DeepSeek hackerato 

Nel frattempo da ieri il sito ufficiale di DeepSeek segnala attacchi di "malintenzionati" su larga scala, che sarebbero stati realizzati da indirizzi Ip provenienti dagli Stati: le registrazioni ai servizi online sono rallentate.