New York, 22 gennaio 2025 - Ha usato un pennarello nero spesso e indelebile per firmare decine di ordini esecutivi, stabilendo che ci vorranno meno di cento giorni per cambiare il volto dell’America. Donald Trump, nel giorno dell’inaugurazione e nelle prime ore da presidente, ha simbolicamente trasmesso con quella firma tutta la forza della sua autorità ritrovata. Un piglio da imperatore per annunciare che l’America, sotto la sua guida, andrà avanti su sanità e cambiamento climatico, riducendo il suo coinvolgimento nelle politiche globali. Il ciclone Trump conferma di voler mettere in atto tutto ciò che ha promesso, e lo farà al più presto, prima che la sua esile maggioranza repubblicana al Congresso rischi di sgretolarsi o che i dem riconquistino una o entrambe le Camere nel midterm.
Tra i primi ordini esecutivi, spiccano quelli sulle deportazioni degli immigrati clandestini, in particolare se colpevoli di reati.
Il segretario ad interim alla Sicurezza interna, Benjamine Huffman, ha già annunciato che le autorità federali potranno condurre retate nelle scuole e nelle chiese e nelle aree vicine. Non è chiaro se le deportazioni avverranno verso i Paesi confinanti o se saranno creati enormi centri di concentramento all’interno degli Stati Uniti. Successivamente, Trump ha firmato la cancellazione degli accordi di Parigi sul clima, suscitando preoccupazione internazionale. Inoltre, l’uscita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ha alimentato timori riguardo la cooperazione globale. Trump ha anche fatto un regalo alle multinazionali e ai grandi finanziatori della sua campagna, ritirandosi dall’accordo Ocse sulla minimum tax del 15%, sostenuto da 139 Paesi, e ordinando al Tesoro Usa di studiare misure ritorsive contro le tassazioni “extraterritoriali” applicate alle corporation americane. Il Commissario Ue all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha espresso “rammarico” per queste decisioni. L’uscita dall’Oms potrebbe infatti rallentare la cooperazione globale, mentre l’uscita dagli Accordi di Parigi indebolisce gli sforzi internazionali per combattere il riscaldamento globale. La Cina ha già dichiarato che continuerà a rispettare i suoi impegni sul clima, creando così un altro punto di tensione.
Nel frattempo, Trump sta valutando un decreto sulle super-tariffe del 25% su Messico e Canada per le importazioni. Poche ore dopo l’intervento di Marco Rubio, è pronto ad annunciare alla Casa Bianca un maxi-investimento iniziale di 100 miliardi di dollari da parte del settore privato nella costruzione di infrastrutture per l’intelligenza artificiale, con una joint venture tra i ceo di SoftBank, Oracle e OpenAI.
Poi Trump ha perdonato in un colpo solo tutti i 1.500 assalitori del Congresso del 6 gennaio, graziandoli e trasformandoli in eroi. I Proud Boys, condannati per l’assalto al Congresso, sono già tornati liberi. Clemenza per alcuni, massima durezza per altri. Trump, infatti, ha firmato un ordine che ripristina la pena di morte federale, cancellando la moratoria voluta da Joe Biden nel 2021. Il presidente ha ordinato anche al procuratore generale di richiedere la pena capitale “indipendentemente da altri fattori” quando il caso riguarda l’uccisione di un agente o reati capitali “commessi da uno straniero illegalmente presente” nel paese”. Circondato dal suo cerchio magico di miliardari, Trump ha avviato inoltre una serie di purghe, licenziando oltre mille funzionari federali che non gli avevano giurato fedeltà.
Ma la prima grande sfida riguarda il diritto alla cittadinanza, sancito dalla Costituzione Usa, che stabilisce che chi nasce sul suolo americano è cittadino. Cambiare questo principio richiede i due terzi del Congresso, non basta la maggioranza repubblicana che Trump attualmente controlla. Sono già 22 gli Stati a guida democratica e due le città - Washington Dc e San Francisco – che hanno presentato ricorsi.