Bruxelles, 28 settembre 2019 - Allarme dazi in Europa. Gli Usa potrebbero imporre presto tariffe sui prodotti europei per circa 7 miliardi di euro, colpendo aerei e parti di aerei prodotte in Europa ma anche altri settori, in primis l'agroalimentare, cosa che toccherebbe soprattutto l'Italia. A Bruxelles è attesa per la settimana prossima la pubblicazione del documento del Wto che stabilisce l'entità delle compensazioni che Washington può chiedere all'Unione europea per gli aiuti a Airbus giudicati illegali dalla stessa organizzazione mondiale per il commercio. Il verdetto del Wto potrebbe arrivare lunedì o martedì prossimi. E proprio per martedì è stata convocata dalla presidenza di turno finlandese dell'Ue una colazione di lavoro informale con i ministri del Commercio estero dei Paesi membri. Tra i temi in discussione, quello dei rapporti con gli Usa e il Wto.
FOCUS / Conte: "I dazi Usa ci farebbero molto male"
Nel maggio scorso il presidente americano Donald Trump aveva annunciato dazi per oltre 20 miliardi di dollari su aerei e parti di aerei prodotte in Europa - misure destinate a colpire soprattutto Germania, Francia e Regno Unito - ma anche su una lunga serie di prodotti industriali e agricoli, tra cui vini e formaggi italiani. La richiesta formale americana al Wto è stata comunque di circa la metà (11 miliardi) e, secondo le notizie trapelate a Bruxelles, il documento finale fisserebbe le penali a 7 miliardi di euro. Abbastanza, secondo gli addetti ai lavori, per colpire non solo l'industria aeronautica europea ma anche l'agroalimentare.
La politica dei dazi di Trump ha sempre messo nel mirino i comparti economici in cui gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale e questo è il caso dell'agroalimentare europeo e italiano. Gli Usa sono il primo acquirente delle specialità del Vecchio mondo, con particolare predilezione per l'Italia. Secondo l'ultimo rapporto della Commissione Ue, il surplus Ue per il 2017-2018 è stato pari a poco più di 11 miliardi. Ed elaborazioni Nomisma su dati Istat danno il saldo positivo per l'Italia, nel 2018, a circa tre miliardi. Inoltre, dazi punitivi su formaggi e alimenti Dop italiani significherebbero un vantaggio competitivo per le imitazioni a stelle e strisce.
La Commissione europea ha fatto diversi tentativi per aprire un dialogo con Washington. L'ultimo, avvenuto il 25 settembre con un incontro tra il commissario al Commercio Cecilia Malmstroem e il suo omologo Robert Lighthizer, non ha però prodotto risultati in grado di disinnescare il rischio di una escalation tra i due principali partner commerciali del mondo. Anche l'Ue, infatti, ha vinto una disputa al Wto contro l'americana Boeing e potrebbe rispondere alle mosse statunitensi imponendo tariffe sui prodotti Usa. Ma Bruxelles conoscerà solo in primavera l'entità delle tariffe che potrà applicare.
Boccia: la sfida è tra Europa e mondo esterno
Anche Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, non nasconde la sua preoccupazione: "Si, abbiamo di fronte delle sfide importanti: la situazione dei dazi negli Stati Uniti, la politica industriale cinese e questo ci obbliga ad avere un'idea di stagione riformista europea". E invita: "Solo come Europa possiamo reagire in questi termini. E' una idea chiara nostra, della Confindustria francese e della Confindustria tedesca. La sfida è tra Europa e mondo esterno e non tra i singoli Paesi".
E riguardo alle parole del premier Conte, che a Bologna si è impegnato a evitare i dazi sull'agricoltura italiana spiega: "Ci fa piacere. Dobbiamo ricordare chiaramente che siamo la seconda manifattura d'Europa, dobbiamo crescere in ogni settore e in ogni segmento, dobbiamo mantenere questa seconda posizione. La questione industriale diventa centrale nel Paese. Vorrei ricordare che le fabbriche sono il luogo del lavoro e sul lavoro dobbiamo concentrare la nostra attenzione per un incremento di occupazione nel Paese".