Washington, 10 maggio 2019 - Fumata nera a Washington. L'accordo con Pechino non si trova e alle 06:00 (ora italiana) sono scattati i dazi Usa (dal 10% al 25%) sui 200 miliardi di dollari di beni 'made in China'. Nella capitale statunitense si continua a trattare, ma nel frattempo il presidente Donald Trump torna ad agitare lo spettro di ulteriori dazi al 25% sui restanti 325 miliardi di beni prodotti in Cina. "Questo è solo l'inizio - scrive il tycoon su Twitter -. I dazi renderanno il nostro Paese molto più forte, non più debole".
"NECESSARIE CONTROMISURE" - Immediata la risposta della Cina, che assicura "necessarie contromisure" in risposta all'entrata in vigore dei dazi Usa. Il ministero del Commercio, rilanciando le valutazioni della delegazione cinese, esprime in una nota "profondo rammarico" e rimarca la speranza che, con l'undicesimo round negoziale in corso a Washington, le parti lavorino insieme e collaborino per risolvere i problemi esistenti attraverso la cooperazione e le consultazioni per "ritrovarsi a metà strada".
"RIALZO TARIFFE NON E' SOLUZIONE" - Il vicepremier cinese Liu He alla guida delle delegazione cinese a Washington ha sottolineato di essersi recato nella capitale statunitense "con sincerità" e che altri rialzi dei dazi "non sono la soluzione del problema". In un'intervista alla tv statale Cctv, Liu ha aggiunto di puntare con i colloqui a porre fine alla guerra commerciale e ai contrasti, riconoscendo l'esistenza di "alcuni problemi" ed esprimendo l'auspicio di potersi impegnare "in scambi razionali e sinceri" con i negoziatori americani che continueranno domani.
CONTE: "GUERRA PESA SU ITALIA" - Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si augura che la guerra sui dazi "possa finire" presto perché questo "sottile gioco psicologico tra attori non ci sta favorendo". Eppure, secondo il premier intervenuto alla presentazione del Piano di Fs, "le posizioni appaiono in questo momento molto rigide".