Roma, 2 febbraio 2025 - La risposta ai dazi di Trump è arrivata subito da Canada e Messico (Washington ha imposto il 25% per entrambi i Paesi, ndr). Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, imporrà dazi equivalenti del 25% sulle merci statunitensi del valore di 155 miliardi di dollari canadesi (102,8 miliardi di euro). Inoltre l'energia importata dal Canada, tra cui petrolio, gas naturale ed elettricità, sarà tassata a un'aliquota del 10%. Mentre la presidente messicana, Claudia Sheinbaum, su tutte le furie dopo che Trump ha detto che il Messico è alleato dei narcotrafficanti, ha annunciato "misure doganali" per gli Stati Uniti come ritorsione a quelli firmati dal numero uno della casa Bianca.
Anche Pechino ha alzato la voce per il 10% che gli ha affibbiato Trump, opponendosi "con fermezza" alla tassazione e assicurando "contromisure corrispondenti". Il ministero del Commercio cinese ha annunciato l'intenzione di ricorrere all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) "per le pratiche illecite degli Usa" a danno del made in China in base alla violazione delle regole per "l'imposizione unilaterale di tariffe". La Cina ha sottolineato che "le guerre commerciali e tariffarie non hanno vincitori". Pechino ha anche respinto con forza le accuse di produrre la droga più potente dell'eroina che uccide milioni di americani. "Il fentanyl è un problema per gli Usa: in spirito di umanità e buona volontà, Pechino ha dato sostegno alla risposta americana al problema", aggiungendo che "la Cina è uno dei Paesi più severi al mondo sulla lotta al narcotraffico, sia in termini di politica sia di attuazione".
Intanto il Segretario di Stato Marco Rubio si è recato a Panama, dove la situazione è abbastanza tesa dopo le dichiarazioni di Trump, appena entrato nella Sala Ovale, di volersi impossessare del Canale di Panama, anche con la forza. Il neo presidente, nel suo discorso inaugurale, ha detto che gli Stati Uniti "si riprenderanno la situazione". "Si sono già offerti di fare molte cose" (Panama, ndr), ha detto Trump di Panama, "ma pensiamo che sia appropriato che ce lo riprendiamo". Il presidente accusa Panama di essere vicino alla Cina, che sta esercitando troppo controllo attraverso i suoi investimenti nei porti circostanti, e ha aggiunto che nello stato del centro America stanno rimuovendo i cartelli in lingua cinese per nascondere il fatto che "hanno totalmente violato l'accordo" sul canale. "Marco Rubio andrà a parlare con il signore che è al comando", aveva assicurato Trump ai giornalisti.