Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Daphne Caruana Galizia, procura di Malta chiede 3 ergastoli per omicidio della giornalista

Due fratelli e un complice incriminati per l'omicidio di Daphne Caruana Galizia. Resta l'incognita sui mandanti

Polizia maltese sul luogo dell'attentato a Daphne Caruana Galizia

La Valletta, 16 luglio 2019 - La Procura generale di Malta ha chiesto la condanna all’ergastolo per tre presunti autori materiali dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista investigativa maltese uccisa con una autobomba il 16 ottobre 2017. I tre indiziati vennero arrestati un paio di mesi dopo l’oscuro delitto. Restano sconosciuti i nomi e le identità dei mandanti dell’agguato mortale all’eroica cronista, una intellettuale che ebbe il coraggio di firmare reportage di scottante attualità su presunti illeciti, tangenti e corruzione, consapevole dei rischi che putroppo correva. I governanti della Valletta, più volte contestati proprio per effetto delle rivelazioni giornalistiche, che mettevano in luce aspetti oscuri dell’operato dell’amministrazione dell’isola, hanno espresso soddisfazione per gli sviluppi dell'indagine penale, in una nota in cui sottolineano: “Questa è un’ulteriore prova della dedizione e del buon funzionamento delle istituzioni“.

Un provvedimento firmato dal vice procuratore generale, Philip Galea Farrugia, ha incriminato ufficialmente George Degiorgio (55 anni), il fratello Alfred Degiorgio (53) e Vincent Muscat (55), tutti pregiudicati. La loro individuazione avvenne grazie alle indagini condotte con la collaborazione internazionale di Fbi, Europol e altre sigle europee di polizia, da Scotland Yard alla Polizia di Stato italiana, compresi specialisti finlandesi che contribuirono - tra l’altro - al recupero in mare dei telefonini usati per l’attentato. I tre finirono in manette a dicembre del 2017 e da allora il loro arresto è stato sempre confermato. La formalizzazione dei capi di accusa ora conferma automaticamente l’arresto per 20 mesi.

Secondo quanto riportato da Malta Today, le accuse a carico dei tre vanno oltre l’omicidio volontario, per il quale gli inquirenti hanno chiesto il carcere a vita “con almeno 12 periodi di isolamento“. I Degiorgio e Muscat sono stati rinviati a giudizio anche per associazione a delinquere, “promozione e organizzazione“ dell’omicidio, partecipazione attiva all’esecuzione del delitto, possesso illegale di esplosivi e utilizzo di esplosivi per uccidere (reato che anch’esso contemplato dal codice e punito con l’ergastolo. Il provvedimento di rinvio a giudizio consta di 18 pagine. Il quotidiano maltese riporta che, nel testo, gli inquirenti scrivono di ritenere che “George Degiorgio, Alfred Degiorgio e Vincent Muscat si siano associati tra loro, così come con terze parti ancora sconosciute, allo scopo di uccidere Daphne Caruana Galizia“. Aggiungono che i tre hanno pianificato minuziosamente l’omicidio: “Gli accusati hanno anche concordato i ruoli che ognuno di loro avrebbe avuto: uno avrebbe sorvegliato l’area (attorno alla casa della giornalista, ndr) nei giorni precedenti il crimine, un altro l’avrebbe sorvegliata nel giorno del crimine, il terzo avrebbe fatto detonare la bomba“. Resta aperto un quesito fondamentale relativo al movente e ai mandanti: chi ha incaricato i killer. E quale disegno criminoso si cela dietro la decisione estrema di far chiudere per sempre la bocca alla reporter che andava avanti imperterrita con le sue inchieste sulle collusioni tra potere e malaffare a Malta.