Venerdì 9 Agosto 2024

Crosetto frena Zelensky: "Non usi le armi italiane per gli attacchi in Russia. Tregua più lontana"

Usa e Ue giustificano Kiev, ma il ministro è preoccupato per l’azione ucraina. Tajani prova a gettare acqua sul fuoco: "È una reazione all’invasione".

Crosetto frena Zelensky: "Non usi le armi italiane per gli attacchi in Russia. Tregua più lontana"

Usa e Ue giustificano Kiev, ma il ministro è preoccupato per l’azione ucraina. Tajani prova a gettare acqua sul fuoco: "È una reazione all’invasione".

ROMA

La Commissione europea si è schierata con Kiev, l’America non lo dice apertamente ma ha assunto un ruolo chiave nel fornire le informazioni satellitari sulla disposizione dei reparti russi nell’oblast di Kursk e quindi dà copertura (e anche di più) all’incursione oltreconfine. Ma la maggior parte dei governi europei evita, invece, di prendere posizione per non finire nel mirino di Mosca. E dare slancio alle opposizioni pro russe o pacifiste presenti in quasi tutti i Paes. Fa eccezione l’Italia – sinora sempre allineata e coperta alla linea Usa-Nato-Ue – che con il ministro delle Difesa, Guido Crosetto (uno certo non sospettabile di essere affascinato da Putin), ha criticato l’attacco ucraino.

"Nessun Paese – ha detto a radio Rai – deve invadere un altro e dobbiamo mantenere questa linea anche in questo caso. Il nostro tentativo è quello di far cessare l’attacco russo e ripristinare le regole del diritto internazionale, non quello di vedere un conflitto che diventa ancora più duro e che si sposta sul territorio russo. Questo prevederà un ulteriore peggioramento nell’atteggiamento bellico della Russia sul fronte ucraino e quindi allontanerà sempre di più la possibilità di un cessate il fuoco che è la precondizione per un percorso di pace". Si potrebbe obiettare il contrario, cioè che proprio la constatazione che non può vincere la guerra potrebbe spingere Putin al negoziato. Ma tant’è.

Sul tema è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ("L’attacco delle truppe di Kiev nella regione di Kursk è una reazione dell’Ucraina nei confronti dell’invasione russa"), ma ha per l’ennesima volta ribadito che "ovviamente noi noi siamo in guerra con la Russia e le nostre armi non dovono essere utilizzate in territorio russo". A questo punto si potrebbe aprire un dibattito su quale sia il territorio russo, dato che la Federazione Russa ha annesso cinque regioni ucraine, virtualmente tutte le aree dove si combatte. Ma in realtà il caveat è legato alla cessione a Kiev di armamenti da non utilizzare "al di fuori dei confini dell’Ucraina internazionalmente riconosciuti".

Certo, il tema delle armi è caldo. Crosetto parla in un momento in cui l’Italia ha da poco approvato il nono pacchetto di aiuti a Kiev e non a caso sottolinea che "armi italiane in questo attacco non ce ne sono perché le armi che abbiamo fornito noi a Kiev o sono difensive o hanno dei precisi caveat, cioè possono soltanto essere utilizzate dal punto di vista difensivo". Proprio per non irritare il fronte dei pacifisti e dei filorussi, l’elenco delle armi italiane fornite all’Ucraina è sempre stato e resta un segreto.

Ma grossomodo si sa. Dalle due batterie antimissile SAMP T ai missili da crociera Storm Shadow/SCALP EG a ben 120 obici semoventi M109L da 155 mm e sistemi anticarro Panzerfaust e Milan, lanciarazzi anticarro M-72 Law, sistemi antimissile Stinger, mortai da 120 mm, obici trainati FH70 da 155 mm, mitragliatrici leggere e pesanti, blindati tattici leggeri 4X4 Lince, blindati leggeri MLS Shield 4X4 e blindati Puma trasporto truppe 6X6 più munizioni e parecchio altro. L’importante è che non si sappia in dettaglio, perchè in Italia magari si fa quel che è giusto fare, ma non si dice.

Alessandro Farruggia