Roma, 24 ottobre 2024 – Il mar Caspio si sta restringendo sempre di più e in maniera sempre più rapida nel corso degli ultimi decenni, a causa di fattori negativi quali esa estrazione eccessiva, inquinamento e crisi climatica.
Si tratta del lago più esteso del mondo (tanto esteso da essere chiamato mare) con una superficie di poco oltre i 370mila km quadrati che arriva a toccare le coste di Kazakistan, Iran, Azerbaigian, Turkmenistan e Russia.
Secondo gli esperti, il delicato equilibrio tra l’acqua proveniente da fiumi e piogge e quella che fuoriesce attraverso l’evaporazione, molto importante per la sopravvivenza dei laghi, sta venendo sempre meno a causa del riscaldamento globale. Per questa serie di motivi, il Mar Caspio è in un declino ambientale dal quale secondo gli esperti potrebbe addirittura non riprendersi mai.
I motivi del declino
Quando si parla di danni ambientali l’uomo svolge sfortunatamente una parte molto importante. Nonostante il Caspio si riempia con l’aiuto di ben 130 fiumi, l’80% della portata d’acqua è garantita dal solo Volga, il fiume più lungo d’Europa che attraversa la parte centrale e meridionale della Russia europea.
Lungo il fiume la Russia ha costruito un totale di ben 40 dighe, con ulteriori 18 in fase di sviluppo, riducendo di conseguenza il flusso d’acqua che era destinato ad entrare nel mar Caspio. Un altro ruolo importante nella vicenda lo sta giocando sicuramente il cambiamento climatico, poiché negli ultimi anni sono aumentati i valori di evaporazione e le conseguenti precipitazioni irregolari.
Il livello del mar Caspio, secondo alcuni esperti, sarà destinato a scendere sempre di più a seconda della velocità con cui il mondo ridurrà l’inquinamento da combustibili fossili.
La situazione è peggiorata a un punto tale che la parte più settentrionale del lago potrebbe scomparire anche negli scenari ambientali e climatici più
ottimisti.
Mar Caspio, economia e politica
Il prossimo mese, a Baku, i leader mondiali si raduneranno per la Cop29, il vertice globale sul clima delle Nazioni Unite dove si parlerà, tra le altre, della questione relativa alle piattaforme petrolifere disseminate in tutto il mar Caspio.
Lo stesso presidente azero Ilham Aliyev aveva definito ad agosto il restringimento del Caspio come un ‘disastro ecologico’.
Il lago più grande del mondo, quindi, che ruolo ha per i paesi che si affacciano su di esso?
Consiste in un vero e proprio punto di riferimento per il settore primario, in quanto luogo gettonato per la caccia e l’agricoltura, per il turismo e per la presenza di ambite riserve di petrolio e gas. Si tratta quindi di un’enorme risorsa a cielo aperto, che favorisce l’economia di nazioni obbligate ad affrontare il problema della sua progressiva scomparsa.
Un mare distrutto dall’inquinamento
A documentare l’incredibile cambiamento del Mar Caspio è stato l’eco-attivista Azamat Sarsenbayev, che dopo 10 anni è tornato sulla città costiera kazaka di Aktauk per notare le differenze dell’acqua. Se fino a un decennio fa Azamat si tuffava su un’acqua salmastra e di colore blu-verde, ora nello stesso punto si affaccia su un vasto terreno nudo e roccioso. Gli abitanti della zona di mondo in questione, purtroppo, non si devono sporgere troppo in là per trovare un altro esempio di lago ristretto e prosciugato a causa di attività umane inquinanti e cambiamenti climatici. Si parla del lago d’Aral, situato a cavallo tra Kazakistan e Uzbekistan, che tempo fa era uno dei laghi più grandi del mondo ma ora è quasi del tutto scomparso.