Roma, 15 gennaio 2025 – A Gaza si festeggia in strada, ma anche in Israele è festa per le famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas. Dopo una lunga giornata di trattative è arrivato il tanto atteso annuncio dell'accordo che sancisce una tregua per la Striscia e il ritorno a casa di coloro che erano stati rapiti il 7 ottobre 2023. L'accordo “entrerà in vigore dal 19 gennaio e prevede tre fasi”, ha spiegato l'emiro del Qatar al Thani.
La prima fase
I dettagli dell'intesa ancora non sono stati diffusi, ma da quanto si apprende i negoziati a Doha si sono incentrati sulla proposta avanzata in primavera dal presidente uscente americano Joe Biden. L'agenzia Reuters, citando un funzionario vicino alle trattative, anticipa i principali elementi della prima fase:
1. La fase iniziale del cessate il fuoco, della durata di 42 giorni, prevede il ritiro graduale delle forze israeliane dalla zona centrale di Gaza e il ritorno dei palestinesi sfollati nella zona settentrionale.
2. L'accordo prevede che ogni giorno del cessate il fuoco sia consentito l'ingresso a Gaza di 600 camion carichi di aiuti umanitari, 50 dei quali trasportano carburante, e che 300 di questi camion siano destinati al nord della Striscia.
3. Hamas rilascerà 33 ostaggi israeliani: tutte le donne (soldati e civili), i minori di 19 anni e gli uomini sopra i 50 anni.
4. Israele rilascerà 30 detenuti palestinesi per ogni ostaggio civile e 50 detenuti palestinesi per ogni donna soldato israeliana rilasciata da Hamas.
5. Israele rilascerà tutte le donne e i bambini palestinesi sotto i 19 anni detenuti dal 7 ottobre 2023 entro la fine della prima fase. Il numero totale di palestinesi rilasciati dipenderà dagli ostaggi liberati e potrebbe essere compreso tra 990 e 1.650 detenuti palestinesi, compresi uomini, donne e bambini.
6. Hamas rilascerà gli ostaggi entro un periodo di sei settimane, con almeno tre ostaggi rilasciati ogni settimana e il resto dei 33 prima della fine del periodo. Tutti gli ostaggi vivi saranno rilasciati per primi, poi saranno consegnati i resti degli ostaggi morti.
Le fasi 2 e 3
Al 16° giorno dovrebbe partire la seconda fase dell'accordo, in cui si prevede che il cessate il fuoco continuerà, mentre gli ostaggi rimanenti e i prigionieri palestinesi verranno rilasciati. Secondo ufficiali israeliani, si ritiene che 98 ostaggi siano ancora a Gaza, di cui 60 ancora in vita. Israele dovrebbe ordinare il rilascio di "diverse centinaia" di detenuti palestinesi – compresi dei condannati per l'omicidio di cittadini israeliani – il cui numero esatto dipende esattamente da quanti ostaggi sono ancora vivi (l'accordo riguarda anche la restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti). Inoltre, le truppe israeliane inizierebbero il ritiro dai centri abitati pur mantenendo il controllo della frontiera fra la Striscia e l'Egitto, il cosiddetto 'Corridoio Philadelphia', e di una zona cuscinetto all'interno del territorio costiero lungo la frontiera con lo Stato ebraico.
Una terza fase prevede la creazione di una nuova struttura di governo e di sicurezza per Gaza e la massiccia ricostruzione dell'enclave, che è stata in gran parte distrutta dalle operazioni militari israeliane dall'inizio della guerra.