Martedì 16 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

La Corrente del Golfo rischia un collasso a metà secolo. E forse anche prima

Studio danese pubblicato su Nature Communications anticipa di una cinquantina d’anni la possibile interruzione. Che avrebbe effetti gravi e globali, dai tropici all’Europa

Roma, 27 luglio 2023 – La cosiddetta “Corrente del Golfo” - tecnicamente AMOC - che trasporta calore tropici verso l’Europa occidentale, potrebbe indebolirsi e addirittura interrompersi, per effetti della crisi climatica, molto prima del prossimo secolo, come sinora ha stabilito l’Ipcc, seppure con un medio livello di certezza.

L'Europa e l'Atlantico visti dall'alto (foto iStock)
L'Europa e l'Atlantico visti dall'alto (foto iStock)

L'AMOC è una circolazione oceanica su larga scala che porta l'acqua calda e salata dai tropici alle alte latitudini del Nord Atlantico, dove si raffredda, rilascia calore nell'atmosfera e infine affonda nell'oceano più profondo dopo una serie di complessi processi oceanografici.

Il suo impatto sul clima e sulla biogeochimica è mondiale e complesso e un suo possibile indebolimento è sempre stato uno degli sviluppi più temuti del cambiamenti climatico in atto. Adesso una ricerca suggerisce che l’evento potrebbe essere almeno una cinquantina di anni anticipato rispetto a quello che si credeva.

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A sostenerlo è uno studio realizzato da due ricercatori danesi _ Peter Ditlevsen del Niels Bohr Institute, università di Copenhagen, e Susanne Ditlevsen dell’Istututo di scienze matematiche dell’università di Copenhagen _ pubblicato da Nature Communications. Potete trovarlo QUI

“La circolazione meridionale atlantica (AMOC) - dice lo studio - è un importante elemento  nel sistema climatico e un suo futuro collasso avrebbe gravi impatti sul clima della regione dell'Atlantico settentrionale. Negli ultimi anni è stato segnalato un indebolimento della circolazione, ma le valutazioni del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), basate sulle simulazioni dei modelli Climate Model Intercomparison Project (CMIP), suggeriscono che un collasso completo è improbabile entro il XXI secolo".

“L'inclinazione verso uno stato indesiderato del clima è, tuttavia - proseguono -  una preoccupazione crescente con l'aumento delle concentrazioni di gas serra. Le previsioni basate sulle osservazioni si basano sull'individuazione di segnali di preallarme, principalmente un aumento della varianza (perdita di resilienza) e un aumento dell'autocorrelazione (rallentamento critico), che sono stati recentemente segnalati per l'AMOC. In questa sede stimiamo che il collasso dell'AMOC si verificherà intorno alla metà del secolo, secondo lo scenario attuale delle emissioni future”.

E questo è il passaggio chiave dello studio: "Abbiamo fornito un metodo per determinare non solo se una transizione critica avverrà, ma anche una stima di quando avverrà. Prevediamo con un'elevata sicurezza che il ribaltamento avverrà già a metà del secolo (2025-2095 è un intervallo di confidenza del 95%). Data l'importanza dell'AMOC per il sistema climatico, non dovremmo ignorare questi chiari indicatori di un imminente collasso". Il che non significa 2025 ma una range tra il 2025 e il 2095, con mediana al 2057. Metà secolo quindi, più o meno.

"Il blocco della Amoc - ha commentato Ditlevsen - potrebbe avere conseguenze molto gravi per il clima, ad esempio, modificando il modo in cui il calore e le precipitazioni sono distribuite a livello globale. Mentre un raffreddamento dell'Europa può sembrare meno grave poiché il globo nel suo insieme diventa più caldo e le ondate di calore si verificano più frequentemente, questo blocco contribuirà a un aumento del riscaldamento dei Tropici, dove l'aumento delle temperature ha già peggiorato le condizioni di vita".

Il problema è che per evitare una simile eventualità dobbiamo agire ora per ridurre le emissioni di gas serra. E qui - vista la poca volontà politica, escluse Ue, parzialmente Stati Uniti e pochi altri - viene il difficile. 

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