Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Coronavirus, accelera la pandemia nel mondo: i numeri del trend

Stati Uniti, altri 50mila casi e 525 morti. In Brasile oltre 22 mila con 703 decessi. Nuova Zelanda, torna il lockdown a Auckland. Israele supera la Cina

Coronavirus, test in Argentina (foto Ansa)

Coronavirus, test in Argentina (foto Ansa)

Roma, 11 agosto 2020 - Superata quota 20 milioni: il numero di persone contagiate dal Coronavirus in tutto il mondo continua a crescere. Il conteggio indipendente della Johns Hopkins University, riporta anche 733.897 morti fino ad oggi. Il Paese con il maggior numero di casi sono gli Stati Uniti con 5.085.821 (25,4% del totale), seguito dal Brasile con 3.057.470 (15,2%), dall'India con 2.215.074 (11%), dalla Russia con 890.799 (4,4%) e dal Sudafrica con 563.598 (2,8%). Nei primi 10 posti, ci sono Messico (480.278), Perù (478.024), Colombia (387.481), Cile (375.044) e Iran (328.844). I primi 5 milioni di casi in tutto il mondo sono stati riportati il 21 maggio, i 10 milioni sono stati raggiunti il 28 giugno, mentre i 15 milioni sono stati superati il 22 luglio, un trend che conferma l'accelerazione della pandemia. In termini di morti, 733.897 in totale, anche gli Stati Uniti sono in testa con 163.370, seguiti dal Brasile con 101.752, dal Messico con 52.298, dal Regno Unito con 46.611 e dall'India con 44.386. Italia (35.209), Francia (30.327), Spagna (28.576), Perù (21.072) e Iran (18.616) completano i primi dieci.

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Negli Stati Uniti ieri sono stati 49.536 i nuovi casi e 525 i morti. In Brasile sono 22.048 i nuovi contagi, con 703 decessi in più. In Russia nelle ultime 24 ore si sono registrati altri 4.945 casi di Covid-19 e 130 decessi: il trend è sotto quota 5.000 per la prima volta dal 23 aprile.

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Il ministero della Salute del Giappone ha dichiarato che sono stati registrati 842 nuovi casi di contagio, per la prima volta in 13 giorni si tratta di un dato sotto quota 1.000. Trend in discesa anche a Tokyo, dove si concentrano la maggior parte dei contagi. Nelle ultime 24 ore soltanto 196 nuove infezioni. Nella giornata di ieri sono stati registrati anche cinque decessi.

In Cina la Commissione Sanitaria Nazionale ha riferito di 44 nuovi infetti, di cui 31 dall'estero e 13 a livello locale, cinque in meno rispetto al giorno precedente. I 13 casi locali sono stati registrati nella provincia nord-occidentale dello Xinjiang, dove è stato rilevato un focolaio più di tre settimane fa.

E Israele sorpassa proprio il gigante asiatico: con 632 nuovi malati è arrivato a 85.354 il numero dei casi. In aumento anche le vittime correlate al virus che, con altre altre 6 morti, assommano ora a 619. I casi attivi della malattia - secondo i dati - sono 24.716 e di questi 381 in gravi condizioni. I test condotti ieri sono stati 22.833 con un tasso di contagio pari al 7% che sembra indicare una stabilizzazione della diffusione. Anche nei Territori Palestinesi, secondo il ministero della sanità locale, c'è stata una nuova vittima a Ramallah: il totale ora da inizio pandemia è di 112 morti e di 19.121 (inclusa Gerusalemme est che l'Autorità nazionale palestinese computa nel suo territorio). I casi attivi sono 8.186, i guariti oltre 10mila.

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In Nuova Zelanda la premier Jacinda Ardern ha ordinato il confinamento della città più grande del Paese, Auckland, dopo la scoperta di quattro casi, 102 giorni dopo l'ultimo caso di contagio locali. "Abbiamo registrato i nostri primi casi di Covid-19 al di fuori delle strutture di isolamento o di quarantena gestite, mentre tutti abbiamo lavorato incredibilmente duramente per prevenire questo scenario. Ma lo abbiamo anche pianificato e ci siamo preparati per affrontarlo", ha spiegato.

Intanto in Francia hanno evacuato le ultime 2.500 persone che, in barba alla pandemia di Covid-19, hanno partecipato a un maxi rave party nel parco naturale delle Cevenne. In tutto sono stati almeno 10 mila i partecipanti al mega rave svoltosi tra sabato e domenica tra i campi del comune di Hures-la-Parade. Un raduno all'aria aperta organizzato con condizioni igienico-sanitarie molto precarie - niente distanziamento sociale, poche mascherine e lavaggio delle mani - e, quindi, con un rischio elevato di trasmissione del virus tra i partecipanti e poi al loro rientro a casa.

E domenica, in Grecia, è stato registrato il numero più alto di diagnosi positive, 203, portando il Paese a raggiungere una fase critica nella sua capacità di contenere l'ulteriore diffusione del virus. "Possiamo dire che la Grecia è entrata formalmente in una seconda ondata di epidemia. Questo è il punto in cui potremmo vincere o perdere la battaglia", ha detto Gkikas Magiorkinis, assistente professore di epidemiologia all'università di Atene, al Guardian.