Washington, 26 giugno 2020 - Sono più di 9,6 milioni i casi di coronavirus nel mondo. E' quanto emerge dall'ultimo aggiornamento della Johns Hopkins University che parla di 9.644 milioni di contagi. Ancora quasi 40mila casi di Covid-19 con 2.425 decessi negli Stati Uniti nelle ultime 24 ore. Salgono a 2.422.299 i casi di confermati di Coronavirus, mentre i morti total sono 124.410. La media dei casi quotidiani negli Usa, paese più colpito del mondo dal coronavirus, è schizzata in alto a causa del forte aumento di casi in stati come Florida, Texas e Arizona. New York, tuttavia, rimane lo stato più colpito con 390.415 casi confermati e 31.301 morti. In Messico superata la quota di 25.000 morti. Nessuna attenuazione in America Latina, con trend di contagi e morti in crescita. Intanto il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha riferito che potrebbe aver contratto il coronavirus in precedenza e forse deve fare un altro test, dopo averne già fatti diversi, tutti negativi. Il capo di Stato di estrema destra aveva già annunciato per due volte di essere risultato negativo al tampone per Covid-19 ma aveva combattuto una battaglia legale in tribunale per bloccare la diffusione dei risultati dei test ospedalieri, sollevando dubbi sul fatto che potesse essere stato contagiato. Il Brasile ha registrato nelle ultime 24 ore 39.483 nuovi casi, per un totale di 1.228.114, e quasi 55 mila decessi, secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti.
Usa, Fauci: "Grave problema al sud"
Quasi 40mila casi negli Stati Uniti nelle ultime 24 ore. Secondo la Johns Hopkins University, il nuovo record giornaliero è di 39.972 contagi, che porta il bilancio totale a quota 2.422.299. I morti sono stati 2.425, per un totale di 124.410 decessi. "Un grave problema", lo ha definito il virologo della Casa Bianca Anthony Fauci, durante il briefing con la stampa. Ma non c'è accordo a Washington, infatti le sue parole sono arrivare subito dopo che il vicepresidente Mike Pence aveva tentato di rassicurare sulla situazione dicendo che il Paese sta riaprendo "in sicurezza e in maniera responsabile", nonostante un'impennata dei casi in alcune aree del sud del Paese. E la situazione è così grave che Donald Trump ha rinunciato al suo fine settimana nella proprietà a Bedminster, in New Jersey. Il New Jersey, insieme agli stati di New York e Connecticut, hanno imposto la quarantena per chi arriva da stati che stanno sperimentando un balzo dei casi di coronavirus, fra i quali l'Arizona, che Trump ha visitato nei giorni scorsi.
A New York morti superano quota 22.000
Nella sola New York City sono morte 22.384 persone. New York è seguita dal vicino New Jersey con 13.092 morti, il Massachusetts con 7.962 e l'Illinois con 6.810 morti. Altri stati con un gran numero di morti sono la Pennsylvania con 6.557, il Michigan con 6.133, la California con 5.751 o il Connecticut con 4.298.
Messico, in tre settimane contagi raddoppiati
Il Messico ha superato i 200.000 casi confermati e 25.000 morti per Covid-19, dopo aver riportato 6.104 nuove infezioni e 736 morti nell'ultimo giorno. Dall'inizio della pandemia, il Messico ha accumulato 202.951 casi e 25.060 morti; e in tre settimane sono raddoppiati sia i contagi che i decessi. Attualmente, il Messico si colloca all'undicesimo posto nel mondo con il maggior numero di casi di COVID-19 ed e' il settimo Paese con più decessi dall'inizio della pandemia. Dal 1 giugno, in Messico le attività vengono svolte sulla base di un semaforo epidemiologico che determina quelle consentite e quelle ancora vietate. Il semaforo ha quattro colori: rosso per il massimo rischio (in vigore in 17 stati), arancione per alto rischio (in vigore in 15 entità), giallo per rischio medio e verde per rischio basso.
Ansia America Latina: nessuna attenuazione pandemia
L'America Latina è in apprensione di fronte alla pandemia da coronavirus che l'ha investita e della quale per il momento non si registra alcuna attenuazione, mentre nelle ultime 24 ore i contagiati hanno raggiunto quota 2.279.146 (+58.789) e i morti confermati sono 104.785 (+1.800). È quanto emerge oggi da una elaborazione statistica realizzata dall'Ansa sulla base dei dati ufficiali di 34 nazioni e territori latinoamericani. Nella regione il Brasile continua la sua corsa solitaria da leader, secondo nel mondo solo agli Stati Uniti, sia per contagi (1.228.114, +39.483) che per morti (54.971, +1.141). Seguono il gigante sudamericano il Perù (268.602 e 8.761) ed il Cile (259.064 e 4.903). Sette paesi seguono con contagi superiori ai 20.000: oltre al Messico, Colombia (80.599 e 2.654), Ecuador (53.156 e 4.343), Argentina (52.457 e 1.150), Repubblica Dominicana (29.141 e 698), Panama (28.030 e 537) e Bolivia (27.487 e 876).
India, nuovo record di casi: 17mila
L'India ha registrato un record di oltre 17mila nuovi casi. Lo ha reso noto oggi il ministero della Sanità, che parla anche di 407 nuovi decessi. I nuovi dati portano il bilancio complessivo dei contagi a quota 490.401 e quello dei morti a quota 15.301. Nell'ultima settimana si registrano nel paese almeno 15 mila nuovi contagi ogni 24 ore. I pazienti guariti o dimessi dagli ospedali sono finora 285.636, mentre le persone attualmente positive sono 189.463. Secondo il ICMR, l'equivalente dell'Istituto Superiore di Sanità indiano, ieri sono stati effettuati 215.446 test. L'India è al quarto posto al mondo per numero di casi dopo Stati Uniti, Brasile e Russia.
Oms: Svezia a rischio seconda ondata
L'Oms ha inserito la Svezia tra i Paesi che rischiano una seconda ondata di coronavirus. Ma Stoccolma protesta. Un portavoce dell'Agenzia dell'Onu ha chiarito che in Svezia c'è ancora "la trasmissione comunitaria del virus", e per questo è stata inserita nella lista assieme a Armenia, Moldova, Macedonia del Nord, Azerbaigian, Kazakhstan, Albania, Bosnia, Kirghizistan, Ucraina e Kosovo. La scelta di non fare un lockdown ha anche incrinato la la fiducia degli svedesi sulla gestione della crisi da parte delle autorità, secondo un sondaggio Ipsos questa è crollata di 11 punti al 45% rispetto ad aprile. In generale il governo di centrosinistra a giugno è sceso dal 50% al 38%.
Ucraina, premier Shmyhal: "Iniziata seconda ondata"
Il recente aumento significativo del numero di ricoveri ospedalieri legati al coronavirus in Ucraina indica che nel Paese è iniziata una seconda ondata. Lo ha detto il primo ministro Denys Shmyhal. «Stiamo iniziando a disporre gli ospedali per una seconda ondata di coronavirus: con il record di 1.000 nuovi casi significa che siamo entrati in una grave ondata dell'epidemia», ha scritto Shmyhal sul suo canale Telegram, citato da Interfax. La ragione principale di questa crescita nei casi di covid-19 è il mancato rispetto delle restrizioni di quarantena, ha detto il primo ministro. «I medici e gli epidemiologi ucraini ci parlano di una ragione principale: la gente ha smesso di osservare le restrizioni, mentre le autorità locali esitano ad inasprirle. Di conseguenza, stiamo osservando un notevole aumento dei tassi di malattia in alcune regioni», ha detto.
In Russia morti sono 8.781
La Russia segnala altri 176 decessi e 6.800 casi. E' la prima volta dal 29 aprile che le autorità sanitarie danno notizia di meno 7.000 nuovi casi in 24 ore, sottolinea l'agenzia russa Tass. "Speriamo che questo trend continui nei prossimi giorni e nelle prossime settimane", ha detto la vice premier Tatyana Golikova. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria i dati ufficiali parlano di un totale di 620.794 contagi da coronaviurs e 8.781 morti.