Roma, 18 ottobre 2020 - Il Covid-19 domina le prime pagine dei giornali. Ma solo di quelli italiani. Il resto del mondo sceglie altri argomenti. Il Coronavirus all’estero non sparisce dalle pagine interne, dove spesso i temi legati alla pandemia occupano comprensibilmente diverse pagine, ma i media offrono anche altre storie e approfondimenti ai propri lettori. Il Daily Mail, tanto per fare un esempio, nemmeno richiama il Sars-Cov-2 in prima pagina. Insomma, all’estero la pensano come Massimo Fini, intervistato venerdì dal nostro quotidiano. «Non se ne può più dei giornali fatti così. E men che meno della televisione. Esiste un solo argomento: il Covid. È ora – ha detto il giornalista al nostro Massimo Cutò – di fare marcia indietro e cominciare a parlare d’altro».
QUI NEW YORK
di Giampaolo Pioli
Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 3 novembre, anche se il Covid-19 rimane il principale tema di scontro fra Joe Biden e Donald Trump, i quotidiani americani, soprattutto i tabloid come New York Post e Daily News, ma anche quelli del midwest tendono a togliere la pandemia dai titoloni di prima pagina per posizionare il Coronavirus nelle pagine interne, anche se con servizi molto approfonditi, lasciando solo i richiami nella ’Front Page’. Molta presa sta avendo sulle prime pagine la corsa anticipata al voto, il record di affluenza rispetto al 2016 e il desiderio di recarsi di persona a mettere la scheda nell’urna, per avere la certezza che alla fine venga contata.
I tabloid e i siti conservatori cavalcano anche la censura di Twitter alla polpetta avvelenata lanciata da Rudolph Giuliani al New York Post, che ha pubblicato e-mail compromettenti del figlio di Biden trovate in un suo vecchio computer mandato a riparare e mai ritirato. Ma c’è anche molta attenzione sul movimento cospirazionista di Qanon, che Trump non ha mai voluto condannare. Il dito di molti media infine è puntato sullo stallo per il secondo pacchetto di stimolo, che non riesce a trovare approvazione in Congresso.
QUI BERLINO
di Roberto Giardina
I quotidiani tedeschi non escono la domenica, rimangono in edicola due giorni, e sono costretti a rimanere sul vago. Quindi, tutt’altro che solo virus. La Süddeutsche Zeitung titola «Le cinque cose che devono cambiare», dal diritto sul lavoro casalingo, alle classi più piccole a scuola, tutto quello che rende più facile la vita delle famiglie. Poi si va sul leggero: il direttore d´orchestra Daniel Barenboim spiega i punti di contatto tra musica classica e calcio. La Frankfurter Algemeine intervista il ministro all’economia Peter Altmeier: «Bisogna rinunciare a qualcosa». E accanto, Frau Merkel ammonisce: «Ogni giorno conta». ‘Die Welt’ punta sugli Usa: Biden non si fidi dei sondaggi che lo danno vincente. Il settimanale Der Spiegel esce al sabato, in copertina ha una zucca di Halloween intagliata come il Covid, con il titolo «Albtraum Lockdown». Ma il rivale Focus dimentica il virus: in copertina il titolo «Che cosa possiamo ancora dire?» Il politicamente corretto è diventato una dittatura. Anche per il virus.
QUI PARIGI
di Giovanni Serafini
Il terrorismo che torna a colpire occupa le prime pagine dei giornali francesi. Il secondo argomento è la crisi economica, rappresentata dallo spettro della povertà che minaccia milioni di persone. Il terzo tema è il voto negli Stati Uniti. Il quarto è l’uscita disastrosa della Gran Bretagna dall’Europa. Certo c’è anche la pandemia, che riguarda tutti e figura dunque essere al primo posto nella hit parade delle notizie nefaste: ma di virus si è parlato così tanto questi mesi da creare nell’opinione pubblica una sorta di assuefazione, di reazione allergica, di fastidio, in alcuni casi addirittura di ribellione.
Basta, si parli anche d’altro, non c’è solo il Covid. Non lo chiedono solo i negazionisti, quelli secondo cui l’epidemia è un’invenzione del governo per tenere sotto controllo le popolazioni; lo chiedono i ceti medi, i professionisti, i lavoratori che hanno bisogno di aiuti concreti per non finire nel baratro, lo chiedono le famiglie che vogliono sapere quale sarà l’aiuto dello Stato, la grande mamma di questo paese centralizzato che è la Francia.
QUI LONDRA
di Deborah Bonetti
Non solo virus. Sui giornali della Gran Bretagna c’è spazio anche per altro. In settimana, e soprattutto ieri, molti titoli erano dedicati alla Brexit e all’accordo finale (o meno) che il Paese avrà con la Ue a partire dal gennaio prossimo. Un argomento che è piaciuto molto al Daily Mail, che ci ha dedicato mezza prima pagina è la nuova multa agli automobilisti: 200 sterline (220 euro) a chi dovesse anche solo toccare il telefonino alla guida. L’altra metà era dedicata alle confessioni di Jennifer Arcuri, che ha confermato di essere stata l’amante del premier Boris Johnson. Il Coronavirus? Non pervenuto.
Il Telegraph ha dedicato il pezzo più importante alle vacanze scolastiche di «half term», che quest’anno potrebbero essere raddoppiate (causa Covid), mentre il Times è andato sul milione di nuovi test al giorno. Il Sun invece non si smentisce e punta su una storia sexy: L’altarino dell’ex ambasciatore britannico a Washington (Lord Darroch) con una giornalista della Cnn, che è riuscita a fare diversi scoop grazie alle confidenze dell’amante diplomatico. Altri giornali, come il Mirror puntavano sulle novità di ‘Ballando con le Stelle 2020’. E quasi tutti i giornali del weekend avevano interviste con attori, scrittori o musicisti richiamate in prima.