Edimburgo, 28 agosto 2020 - Coronavirus, in tempi di ritorno a scuola in tutt'Europa, è interessante lo studio britannico che conferma: "Bambini e adolescenti sembrano effettivamente meno soggetti al rischio di sviluppare gravi complicazioni a seguito dell'infezione da Covid". Gli esperti delle Università di Edimburgo e Liverpool, dell'Imperial College di Londra e del Royal Hospital for Children di Glasgow hanno analizzato i dati di 651 bambini e ragazzi al di sotto dei 19 anni ricoverati in 138 ospedali in Inghilterra, Scozia e Galles a seguito dell'insorgenza di Covid-19.
Le malattie pregresse
Il lavoro, pubblicato sul British Medical Journal, analizza anche le circostanze che portano a complicazioni della malattia. "Obesità, etnia ed età - commenta Olivia Swann, docente presso l'Università di Edimburgo - sono alcuni dei fattori che influenzano il rischio di complicazioni, come la presenza di sindrome infiammatoria grave pregressa. I nostri risultati, tuttavia, suggeriscono che il ricovero a causa di Covid-19 nei più giovani è piuttosto raro ed è spesso collegato alla presenza di malattie pregresse". Secondo i dati, meno dell'1% dei partecipanti allo studio rientrava nella categoria considerata e, di questi, il 42% presentava condizioni cliniche pregresse, come problematiche neurologiche o asma. "Il numero di bambini e giovani deceduti a causa di Sars-Cov-2 - aggiunge la docente - è relativamente basso rispetto alla percentuale di morti tra gli adulti. Dei sei casi analizzati, tre neonati e tre di età compresa tra 15 e 18 anni, tutti presentavano altri gravi problemi di salute. Tra i ragazzi solo il 18% dei contagiati è stato ricoverato in terapia intensiva".
Quali soni i bambini più a rischio
Gli esperti sostengono che i bambini più a rischio di aver bisogno di cure intensive o ventilazione sono i neonati e quelli di età compresa tra 10 e 14 anni. "Tra i sintomi collegati a un rischio più elevato - prosegue la scienziata - segnaliamo congiuntivite, eruzione cutanea o problemi gastrointestinali come dolore addominale, nausea, disturbi intestinali". Gli autori sottolineano che i bambini rappresentavano una percentuale molto ristretta di pazienti Covid-19 e nella maggior parte dei casi la condizione si presentava in forma lieve. "Il lavoro diligente dei nostri colleghi - sostiene Calum Semple, dell'Università di Liverpool - ha portato a quello che probabilmente rappresenta il rapporto più completo e ampio sulla relazione tra Sars-Cov-2 e l'infanzia. Speriamo che queste nuove informazioni possano rivelarsi utili nella gestione della situazione emergenziale".
"Monitorare la salute dei bimbi"
Dal canto suo, Louisa Pollock, consulente di malattie infettive pediatriche presso il Royal Hospital for Children di Glasgow, afferma che "i genitori dovrebbero essere rassicurati da questi risultati, ma in ogni caso, con la ripresa delle attività scolastiche, sarà fondamentale mantenere il controllo della situazione e monitorare la salute dei bambini". Per gli esperti, nonostante i risultati suggeriscano che nei bambini sia minore la probabilità di sviluppare complicazioni, è importante continuare a indagare sugli elementi che influenzano la trasmissione e la manifestazione del virus.