Seul, 10 dicembre 2024 – Continua la crisi politica in Corea del Sud: il parlamento ha approvato – con 191 sì e 94 no – una risoluzione priva di effetti legali vincolanti che chiede l’immediato arresto del presidente Yoon Suk Yeol. Quest’ultimo si trova nell’occhio del ciclone da una settimana per aver proclamato un’impopolarissima legge marziale, salvo poi ritirarla sei ore dopo per via della bocciatura da parte dei deputati. Da quanto si è appreso, il capo dello Stato intendeva aumentare i propri poteri, imporre un coprifuoco e arrestare numerosi politici di spicco, legittimando le iniziative con una stretta per difendere il Paese dalla Corea del Nord.
Un altro provvedimento collaterale ordina un’indagine su Yoon, sull’ex ministro della Difesa Kim Yong Hyun, sull’ex capo di stato maggiore Park An Su e su altri funzionari coinvolti nella vicenda. Tra coloro che hanno votato a favore, anche venti deputati del People Power Party, il partito del presidente.
A occuparsi dell’indagine sarà un procuratore speciale permanente, il cui operato non può essere sottoposto a veto da parte del capo dello Stato. Tuttavia, non è escluso che Yoon faccia di tutto per ritardarne la nomina, guadagnando tempo.
Ieri è giunta notizia che il ministero della Giustizia ha ordinato il ritiro del passaporto per il presidente, che non potrà più effettuare viaggi all’estero nel periodo in cui sarà indagato. Nel frattempo, il Ppp starebbe studiando le modalità con cui Yoon potrebbe presentare le dimissioni. Questa sarebbe stata, infatti, una delle premesse dell’accordo tra il partito e il capo dello Stato: i parlamentari non avrebbero votato a favore della richiesta di impeachment presentata dalle opposizioni, ma in cambio lui si sarebbe dimesso volontariamente.