Seul, 6 dicembre 2024 – Si aggrava la crisi politica che sta colpendo da diversi giorni la Corea del Sud, a seguito della decisione del presidente Yoon Suk Yeol di dichiarare la legge marziale; scelta poi ritirata nell’arco di poche ore per via di un voto contrario del parlamento. Ad aggiungersi alla lista di coloro che chiedono un passo indietro del capo di Stato si aggiunge il suo stesso gruppo, il Partito del potere del popolo.
Per il leader Han Dong-hoon, Yoon deve essere subito sospeso dalla carica di presidente in quanto costituisce “un grave pericolo per i cittadini”. Le sue parole lasciano intendere che anche il Ppp sia pronto a sostenere un eventuale impeachment in parlamento. “C'è la possibilità che il presidente possa di nuovo intraprendere un'azione radicale”, ha aggiunto Han, che ha sottolineato l’iniziale volontà di Yoon di arrestare molti politici importanti durante lo stato d’emergenza.
A seguito di una riunione d’emergenza del Ppp, Han ha criticato la mancata condanna, da parte del presidente, “contro i funzionari militari che erano intervenuti illegalmente”. Oltretutto, Yoon “non riconosce che questa legge marziale illegale sia sbagliata”. Si è invece scusato diverse volte il ministro della Difesa ad interim Kim Seon Ho, che ha sottolineato che “le voci che circolavano questa mattina sui segnali di un'altra dichiarazione di legge marziale non sono vere: il ministero e l'esercito non obbedirebbero ad alcun nuovo ordine di esecuzione della legge marziale”. Oggi, Kim ha sospeso il comandante delle forze speciali Kwak Jong Keun, il comandante responsabile della Difesa di Seul Lee Jin Woo e il capo del comando del controspionaggio Yeo In Hyeong.
Yoon avrebbe dovuto presenziare oggi davanti al parlamento, ma all’ultimo ha deciso di dare forfait. Una mossa quasi misteriosa, forse dovuta alle rumorose proteste dei parlamentari dell’opposizione, pronti ad accoglierlo ad suono di “impeachment! impeachment!”. Nel pomeriggio coreano – la mattina in Italia – Yoon ha incontrato i vertici del Ppp presso la sua residenza. Si presuppone che questi ultimi abbiano fatto pressioni affinché si dimetta, con la concreta possibilità di sostenere altrimenti il voto sull’impeachment, previsto per domani in aula. A termine del vertice, il leader Han ha affermato di non aver sentito nulla che potesse cambiare la sua posizione “sulla rapida sospensione dei poteri presidenziali”. Avrebbe esortato Yoon a parlare alla Nazione per scusarsi, ma il presidente avrebbe sostenuto che i tempi non sono ancora maturi.
Un vero e proprio dietrofront, quello del Ppp: a seguito di una riunione due giorni fa, i parlamentari del gruppo avevano deciso di continuare a sostenere Yoon. Le cose sembrano però cambiate e il destino del presidente segnato.