Roma, 4 dicembre 2024 – Da una parte la politica, dall’altra la gente: tutti, o quasi, vogliono le dimissioni del presidente Yoon Suk Yeol dopo l’imposizione, poi revocata ieri, della legge marziale nel paese. Stamattina sei partiti, tra cui il Partito Democratico, principale partito di opposizione, hanno depositato in Parlamento una mozione di impeachment contro Yoon. Mozione che potrebbe essere votata già entro la fine della settimana.
Migliaia di manifestanti in piazza a Seul
Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Seul e si stanno dirigendo verso il palazzo presidenziale. Lo riportano le tv locali. Già dalle prime ore in tantissimi si erano riversati in strada nella capitale sudcoreana gridando slogan e agitando cartelli per chiedere le dimissioni del presidente. Da stamani si susseguono le proteste in Corea del Sud, mentre i gruppi della società civile si sono mobilitati per una manifestazione di massa serale a Seul, prevedendo la presenza di almeno 30.000 persone. Le dirette in streaming hanno mostrato migliaia di persone in marcia verso l'ufficio di Yoon nel centro di Seul dopo il raduno in piazza Gwanghwamun. Il Parlamento, intanto, continua a essere presidiato da manifestanti
La mozione di impeachment
La mozione depositata fa aumentare le pressioni su Yoon, tra le spinte a fare un passo indietro "volontario” e quelle per costringerlo a dimettersi, dopo la legge marziale di appena sei ore durante le quali i militari hanno accerchiato e sono entrati nel Parlamento prima del voto unanime di revoca del provvedimento d'urgenza da parte dei deputati. La legge marziale è stata imposta ieri per la prima volta in Corea del sud dal 1987. Mettere sotto accusa Yoon richiede il sostegno di due terzi del Parlamento, 200 sui 300 deputati totali, e poi il supporto di almeno sei giudici della Corte costituzionale. La mozione dovrebbe essere messa ai voti già venerdì 6 dicembre, ha riferito il deputato del partito Democratico Kim Yong-min, ma è anche possibile uno slittamento al 7 dicembre.
Nonostante le dimissioni di massa tra le file del governo, il Partito del potere del popolo, che sostiene Yoon, ha adottato una posizione contraria all’impeachment. La notizia è giunta al termine di una riunione tra i parlamentari del gruppo a Seul.
L’intero governo offre le dimissioni
In mattinata tutto lo staff ha presentato le dimissioni al presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, lo riferiscono i media della Corea del Sud. Dopo i traumatici eventi della notte, si sono susseguite riunioni d'emergenza nella dirigenza sudcoreana. In una di queste, ospitata dal primo Ministro Han Duck-soo, tutti i membri del governo, a partire dai 18 ministri, hanno offerto le loro dimissioni. Il primo ministro ha inoltre discusso la questione con i leader del Partito del potere del popolo, e con i collaboratori di Yoon in una riunione d'emergenza. L'incontro a porte chiuse è durato circa un'ora e mezza. Alla riunione erano presenti Han, il ministro del Coordinamento delle Politiche Governative Bang Ki-sun, il presidente del Partito del Potere Popolare Han Dong-hoon e il suo segretario capo, il deputato Park Jeong-ha, oltre al capo di gabinetto di Yoon, Chung Jin-suk, e al segretario per gli Affari politici Hong Chul-ho.
Il primo ministro e il leader del Partito del potere del popolo si sono poi recati all'ufficio presidenziale a Yongsan-gu, Seoul. Tutti i collaboratori di Yoon, inclusi il capo di gabinetto Chung, il direttore della Politica nazionale Sung Tae-yoon e il consigliere per la Sicurezza nazionale Shin Won-sik, insieme a 11 segretari senior, hanno offerto le loro dimissioni, secondo quanto riferito dall'ufficio presidenziale. La decisione è stata presa dopo che Chung ha presieduto una riunione a porte chiuse con i segretari senior.
Sciopero ad oltranza fino alle dimissioni di Yoon
Intanto sarà sciopero generale a oltranza, fino alle dimissioni del presidente Yoon Suk Yeol: questa la linea adottata dalla Confederazione dei sindacati della Corea del sud (Kctu) all'indomani dello scontro sulla legge marziale. La richiesta delle organizzazioni dei lavoratori, riferisce il quotidiano Korea Herald, sono le dimissioni "immediate" di Yoon. Secondo la Confederazione, lo scontro sulla legge marziale è stata la conseguenza di una crisi politica "creata" unicamente dal presidente.