Seul, 7 dicembre 2024 – Niente impeachment per il presidente sudcoreano Yoon Suk, almeno per il momento. Il Parlamento ha respinto la mozione proposta dall’opposizione per mettere sotto accusa il leader di Seul dopo il maldestro tentativo di istituire la legge marziale.
In Aula non è stato raggiunto il quorum richiesto a causa del boicottaggio di quasi tutti i 108 deputati del People Power Party, il partito al governo e dello stesso presidente. Mentre erano 192 di voti in capo alle opposizioni. "Con un totale di 195 voti, il numero di deputati che ha votato non ha raggiunto la maggioranza richiesta dei due terzi del totale. Pertanto, dichiaro che il voto su questa questione non è valido", ha annunciato il presidente dell'Assemblea nazionale, Woo Won-shik, alla ripresa dei lavori dopo una pausa per chiarire alcuni aspetti procedurali.
La bocciatura dell'impeachment è destinata a intensificare le proteste pubbliche per sollecitare l'estromissione di Yoon, facendo aumentare il caos politico in Corea del Sud, con i sondaggi che indicano che oltre il 70% dei sudcoreani è a favore della messa sotto accusa presidente.
Non è escluso, anzi è probabile, che l'opposizione chieda la ripetizione della procedura, probabilmente mercoledì. Anche perché l'atteggiamento del Ppp nei confronti di Yoon è rimasto alquanto ambiguo. Han Dong-hoon, il leader del People Power Party, ha annunciato le sue dimissioni dopo il fallimento della mozione di impeachment contro il presidente Yoon. Han, dopo il messaggio alla nazione d Yoon, aveva ribadito che “il normale svolgimento dei doveri del presidente è impossibile nelle attuali circostanze, e le sue dimissioni anticipate sono inevitabili”.
Le scuse di Yoon
Prima del voto Yoon Suk-yelo aveva offerto le sue scuse per la legge marziale dichiarata martedì sera e poi ritirata a causa del voto contrario del Parlamento. “Non si ripeterà più”, ha detto Yoon in un messaggio tv alla nazione. “La dichiarazione di legge marziale è nata dalle mie urgenze come presidente”, ha spiegato il presidente, tornato in pubblico per la prima volta dal caos innescato martedì sera. “Tuttavia, nel farlo ho causato ansia e disagio al pubblico. Mi scuso sinceramente con i cittadini che sono rimasti molto angosciati”, ha aggiunto, escludendo che la vicenda possa ripetersi. Yoon, nel breve intervento, ha assicurato che “non si sottrarrà alla responsabilità legale e politica sulla dichiarazione di legge marziale”, ma non ha offerto le dimissioni, dicendo solo che avrebbe “affidato al partito le misure per stabilizzare la situazione politica, incluso il mio mandato”.
L’indagine su Yoon
La polizia, nel frattempo, ha iniziato a indagare su Yoon e su altri funzionari per insurrezione. Venerdì sera, almeno 15.000 manifestanti hanno sfidato il freddo per radunarsi nel distretto di Yeouido a Seul, dove si trova il Parlamento, per chiedere a gran voce le dimissioni. Alcuni hanno trascorso addirittura tutta la notte a dispetto delle temperature gelide, mentre i parlamentari dell'opposizione sono rimasti nell'edificio parlamentare per i timori di un colpo di coda di Yoon. Un sondaggio diffuso venerdì ha stimato il sostegno popolare al presidente al minimo storico del 13%.