Martedì 22 Aprile 2025
ALEX LUNG
Esteri

Racconti scioccanti dai lager della Corea del Nord: “Gas soffocante e neonati uccisi”

A parlare sono l'ex capo del Campo di concentramento 22, Kwon Hyuk, e l'ex detenuta Soon Ok Lee. "I genitori tentavano disperatamente di rianimare i figli"

Corea Nord, il racconto dai campi di concentramento

Corea Nord, il racconto dai campi di concentramento

Roma, 12 aprile 2025 - La Corea del Nord non smette mai di stupire per quanto riguarda l'efferatezza dei crimini del suo regime. A parlare questa volta è Kwon Hyuk, un tempo a capo del Campo 22, uno dei lager nei quali vengono mandati criminali e oppositori. Le sue parole riprese dal Daily Mail non lasciano spazio all'immaginazione: "Ho visto un'intera famiglia morire dopo essere stata sottoposta a un test con gas soffocante", racconta.

Da quanto emerge, test del genere nei quali le cavie sono gli esseri umani sono piuttosto comuni nei campi di concentramento nordcoreani. E nessuno fa nulla, né prova rimorso: "Mentirei se dicessi che abbia provato qualcosa nel vedere i bambini della famiglia morire in un modo così doloroso - ammette Hyuk - Nella società e nel regime in cui vivevo all'epoca (ora risiede all'estero, ndr), li vedevo solo come nemici. Non provavo compassione o pietà per loro". Questo nonostante le immagini scioccanti dei genitori che cercavano disperatamente di rianimare i propri figli, fino a morire loro stessi pochi minuti dopo. 

"Agghiaccianti sperimentazioni”

Ma le terribili ricostruzioni non finiscono qui. Nel suo libro 'Eyes of the Tailless Animals: Prison Memoirs of a North Korean Woman', Soon Ok Lee parla del suo periodo in uno dei lager del regime, in cui era finita a seguito di una falsa accusa. Anche lei racconta di agghiaccianti sperimentazioni sui detenuti: in un'occasione le fu ordinato di servire a una cinquantina di donne del cavolo contenuto in un misterioso secchio. In pochi minuti, le detenute cominciarono a vomitare sangue e poco dopo morirono tra atroci sofferente. Il cibo era avvelenato e molto probabilmente si trattava del test di una nuova arma biochimica. "Mi chiedo come sia possibile uccidere altri esseri umani così", si domanda Soon da decenni.

Torture e malnutrizione: acqua salata per provocare aborti

Il racconto continua: non erano solo i test a disumanizzare (e poi uccidere) i prigionieri, ma anche le torture e la malnutrizione. Erano costretti a mangiare i ratti che raramente trovavano in giro per le proprie celle, senza neanche cuocerli. Le gravidanze erano severamente proibite: per indurre l'aborto spontaneo, le guardie iniettavano acqua salata nelle donne; qualora un bimbo fosse stato partorito in vita, lo avrebbero preso a calci fino a ucciderlo.

La Corea del Nord nega di disporre di campi di concentramento e di adottare determinate pratiche. Ma i racconti dei (pochi) testimoni oculari sono univoci e costruiscono una realtà piuttosto tragicamente chiara. Le immagini satellitari suggeriscono che nel Paese operino ancora almeno tre lager, in cui i detenuti vengono rinchiusi a vita, insieme ai loro figli e nipoti, così da punire ben tre generazioni per un (presunto) crimine.