Roma, 19 gennaio 2024 – Kim Jong-un, il dittatore coreano, mostra ancora i muscoli (o tenta di farlo) all’Occidente. Lo fa testando un’arma nucleare sottomarina in “risposta alle esercitazioni militari” congiunte di Usa, Giappone e Corea del sud.
La Corea del Nord ha dichiarato di aver testato un “sistema d'arma nucleare sottomarino” in risposta alle esercitazioni navali congiunte di Washington, Seul e Tokyo, che hanno coinvolto una portaerei statunitense a propulsione nucleare.
Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa nordcoreano - riportato dall'agenzia di stampa statale Kcna - le esercitazioni stavano "minacciando seriamente la sicurezza” del paese e quindi in risposta Pyongyang “ha condotto un importante test del suo sistema d'arma nucleare sottomarino Haeil-5-23 in fase di sviluppo nel Mare orientale della Corea”.
Un’arma della quale si sa poco (come spesso capita per i sistemi militari della Corea del Nord).
Dal marzo 2023 Pyongyang – riporta il quotidiano Il Messaggero – rivendica i test del suo sistema Haeil: droni sottomarini dotati di armi nucleari. Sistemi dunque senza pilota, teleguidati a distanza. Haeil significa "tsunami" in coreano.
In pratica si tratterebbe di droni sottomarini, senza pilota, dotati di testate nucleari in grado di avvicinarsi agli obiettivi in modo agile e veloce. Secondo gli analisti però rappresenterebbero una minaccia inferiore rispetto ai missili nucleari balistici di cui Pyongyang è dotata. Gli analisti militari (secondo affermazioni recentemente fatte da Ahn Chan-il, un disertore diventato ricercatore presso il World Institute for Studi sulla Corea del Nord) considerano peraltro che il regime nordcoreano non sia ancora riuscito a mettere a punto perfettamente i sistemi Hael e che quindi non costituiscano, al momento, una minaccia reale.
Appena 3 giorni fa, Kim Jong-un ha annunciato l’intenzione di rivedere la costituzione dello Stato che guida per mettere nero su bianco il carattere di “nemico primario” rappresentato dalla Corea del Sud, a suo avviso colpevole di fomentare un cambiamento di regime e di portare avanti piani segreti per la riunificazione. Si tratta di una presa di posizione storica: per la prima volta dalla separazione seguente alla Seconda Guerra Mondiale, la Corea del Nord abbandona – seppur tra le righe – il progetto di una futura riunificazione con il Sud. L’aumento delle tensioni nella penisola in un anno così importante per la politica statunitense potrebbe essere un tentativo di legittimare la propria posizione come potenza nucleare, magari spingendo anche il prossimo presidente americano a dei colloqui, costruendo rapporti diretti con Washington senza l’intermediario della Corea del Sud.