Roma, 24 marzo 2022 - Ha volato per 71 minuti ed è caduto dentro la zona economica esclusiva del Giappone il missile balistico intercontinentale lanciato stamane dalla Nord Corea. Lo ha reso noto il Ministero della Difesa giapponese, riferendo che sarebbe caduto a circa 170 chilometri dalle coste della prefettura di Aomori (qui la mappa). Una distanza che si trova, appunto, all'interno della Zee. Fonti del ministero di Tokyo riferiscono, alla televisione pubblica Nhk, che il proiettile ha raggiunto un'altitudine di 6mila km, con un'autonomia di circa 1.100 km, e dunque potrebbe trattarsi proprio di un missile balistico intercontinentale (Icbm). Se così fosse, sarebbe il primo test di questo tipo dal novembre 2017, l'indicazione probabilmente che Pyongyang voglia sviluppare nuove armi di questo tipo. Immediata la condanna di Seul e Tokyo, a cui si è aggiunta quella di Washington. Da Bruxelles, dove si trova per partecipare al summit del G7, il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha definito il test "inaccettabile". Mentre, in risposta al lancio, l'esercito sudcoreano ha compiuto esercitazioni militari con l'uso di missili da terra, aria e mare, in un'area attorno al Mare Orientale.
Corea del Nord, Kim Jong-un in stile 'top gun' durante il lancio
Sembra anche che il tempismo non sia un caso. La nuova provocazione del regime nordcoreano giunge infatti a ridosso di un'importante data, quella del 15 aprile, che celebra i 110 anni dalla nascita del fondatore dello stato, Kim Il Sung, nonno dell'attuale leader Kim Jong Un. Attualmente il premier nipponico Fumio Kishida si trova a Bruxelles per la riunione dei leader del G7, e successivamente con i Paesi che compongono la Nato, per fronteggiare la crisi del conflitto in corso in Ucraina innescato dalla Russia. A margine degli incontri Kishida incontrerà il Segretario generale dell'alleanza, Jens Stoltenberg. In risposta all'ultimo lancio del missile, l'undicesimo da inizio anno da parte di Pyongyang, il governo di Tokyo ha chiesto l'apertura di una conferenza per la sicurezza nazionale.
Sommario: il punto
- La risposta di Seul
- Il Giappone: "Atto imperdonabile"
- La condanna Usa
- La Cina auspica dialogo
- I precedenti
- La mappa
La risposta di Seul
In risposta al test, la Corea del Sud ha effettuato un ciclo di lanci di missili "strategici" da terra, mare e aria: lo riferisce il Comando di Stato maggiore congiunto di Seul. Il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, ha condannato "con forza" il lancio del missile, aggiungendo che il Nord ha violato la moratoria auto-imposta sui lanci di Icbm. Il lancio, si legge in una nota emessa dal palazzo presidenziale di Seul, "rappresenta una violazione della sua stessa moratoria e sugli Icbm che il presidente della Commissione Affari Statali Kim Jong-un ha promesso alla comunità internazionale e una chiara violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu". Una condanna è arrivata anche dalla commissione per la transizione presidenziale, il team del candidato conservatore uscito vincitore dalle presidenziali Yoon Suk-yeol, che ha definito il lancio del missile nord-coreano una "grave provocazione" di Pyongyang.
Le esercitazioni, hanno riferito i militari sudcoreani, hanno coinvolto alcuni dei più importanti missili in dotazione alle forze armate, in uno spettacolo di potenza di fuoco di deterrenza contro la Corea del Nord. I missili da terra, mare e aria sono stati sparati dalla costa orientale, verso il Mar del Giappone, a poche ore dal lancio effettuato dalla Corea del Nord del suo vettore balistico intercontinentale. Le risorse mobilitate, ha precisato il Comando, sono stati i missili terra-terra Hyunmoo-2, gli Army Tactical Missile System (ATACMS), nonché quelli nave-terra Haesung-II e due vettori aria-superficie JDAM. Le esercitazioni avevano "lo scopo di inviare un chiaro messaggio di forza" alla Corea del Nord.
Il Giappone: "Atto imperdonabile"
Un atto "scandaloso e imperdonabile". Così il premier giapponese Fumio Kishida ha commentato il lancio, stamani, del missile intercontinentale da parte della Corea del Nord. La Corea del Nord "minaccia la pace e la sicurezza del Giappone, dell'area e della comunità internazionale", ha detto Kishida che si trova a Bruxelles per l'incontro con gli altri capi di Stato e di governo del G7.
La condanna Usa
Energica anche la condanna statunitense: "E' una violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, alimenta le tensioni e rischia di destabilizzare la situazione della sicurezza nella regione", fa sapere la Casa Bianca. Il presidente Joe Biden e il suo team per la sicurezza nazionale - si legge nella nota - stanno valutando la situazione in stretto contatto con gli alleati e partner; ma la Casa Bianca invita il regime nordcoreano "a cessare immediatamente le sue azioni destabilizzanti".
La Cina auspica dialogo
La Cina invita invece tutte le parti a "far avanzare il processo" di pace della penisola coreana. "Speriamo che tutte le parti interessate si concentrino sulla situazione generale di pace e di stabilità nella penisola", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin. L'auspicio, ha aggiunto nel briefing quotidiano, è che "aderiscano alla corretta direzione del dialogo e della consultazione e collaborino per far avanzare il processo di soluzione politica della questione della penisola coreana".
I precedenti
Settimana scorsa, la Corea del Nord aveva fallito un test missilistico condotto dall'area di Sunan, vicino a Pyongyang, con l'esplosione del missile poco dopo il lancio. I ripetuti test missilistici nord-coreani hanno mostrato la crescente insofferenza del regime di Kim per lo stallo nei colloqui con gli Stati Uniti, arenatisi nel 2019. Già a gennaio scorso, Kim aveva minacciato la ripresa di test di missili a lungo raggio, minacciando gli Stati Uniti di volere "reprimere fermamente gli atti ostili" verso il Paese. A inizio marzo, invece, Kim aveva dato "istruzioni dettagliate" per l'espansione del sito di lancio satellitare di Sohae, nel nord-ovest della Corea del Nord, utilizzato per lo sviluppo di tecnologie che hanno avuto un ruolo importante nel programma missilistico della Corea del Nord.