Roma, 9 febbraio 2024 - Il leader nordcoreano Kim Jong-un, rispolverando una dialettica tipica del padre e del nonno, è tornato a definire la Corea del Sud il "nemico principale" di Pyongyang. Per il "caro leader" la riunificazione con Seul non va ricercata nei negoziati ma nell'uso della forza. Se la Corea del Sud attaccasse Pyongyang non esiterebbe a "mettere fine" a Seul.
"Se il nemico osa usare la forza contro il nostro Paese, prenderemo una decisione coraggiosa che cambierà la storia e non esiteremo a mobilitare tutte le superpotenze (militari) per porre fine a tutto questo", ha detto il leader nordcoreano ripreso dall'agenzia Kcna.
Kim Jong-un lo ha detto a un evento del ministero della Difesa in occasione dell'anniversario della fondazione dell'esercito del Paese. Secondo Kim le relazioni con i vicini 'cugini' sono ai minimi storici. Quindi "la decisione di definire i burattini (della Corea del Sud) come la principale nazione ostile e il nemico inamovibile" e di "occupare e distruggere il loro territorio in una situazione di emergenza è nell'interesse della sicurezza eterna del nostro Paese", ha minacciato Kim Jong-un.
Il leader nordcoreano era con la figlia, Ju Ae, che secondo alcuni analisti in un futuro potrebbe succeedere al padre. Nel filmato, fornito dall'agenzia nordcoreana, i due sono acclamati dai soldati in uniforme e si mettono in posa per le foto con i comandanti dell'esercito.
E a sud si stanno preparando al peggio: la scorsa settimana il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol aveva definito il governo nordcoreano "irrazionale", temendo molteplici provocazioni da parte di Pyongyang in vista delle elezioni sudcoreane di aprile. Diversi i segni che la situazione stia precipitando, come il fatto che il parlamento della Corea del Nord abbia votato mercoledì l'abolizione delle leggi sulla cooperazione economica con il Sud, e l'intensificarsi dei test sulle armi come i vari lanci di missili da crociera, non dimenticando che Pyongyang dispone anche di ordigni nucleari.